Il primato dell’ascolto

Memoria di san Francesco di Sales - chiesa di San Rocco in Belluno
24-01-2022

2Sam 5,1-7.10; Sl 88; Mc 3,22-30

A San Francesco di Sales va il nostro pensiero e la nostra richiesta di amicizia e di intercessione. Sempre egli ci sorprende, quando lo immaginiamo con la sua proposta di “vita devota”, che scaturisce da una percezione intensa e mistica dell’amore. Penso che la disarmante professione di fede della I Lettera di Giovanni – «Dio è amore» – rappresenti la fonte della vita, del ministero pastorale, dell’azione riconciliatrice e dell’accompagnamento spirituale a cui san Francesco ha attinto freschezza, dolcezza e verità.

La Parola di Dio offerta dalla Liturgia odierna sembra tratteggiare il profilo della persona che assume la propria responsabilità in un contesto pubblico. Tutti ne siamo interessati, anche un giornalista… Davide viene riconosciuto re di Israele dapprima e poi anche di Giuda. La dinamica dell’entusiastico riconoscimento si scontra con la logica del rifiuto e del respingimento. Il racconto di oggi si chiude con una constatazione che offre un criterio di valutazione ineccepibile: «Il Signore, Dio degli eserciti, era con lui». Forse questo racconto ci avverte che il riconoscimento supremo non può che essere quello di Dio.

Nel Vangelo, all’inizio della vita pubblica di Gesù, dopo lo sconcerto dei familiari, ecco che Gesù si incontra e si scontra con chi ha la pretesa della verità, dettata da una gelosia diabolica – che sospetta e che divide – tipica di un esercizio assoluto e incondizionato del potere. Può succedere in ogni esercizio di potere, anche in quello della comunicazione. Ed ecco un’interpretazione di ciò che Marco racconta: «Gli scribi non negano – né lo potrebbero – che Gesù compia un’opera di liberazione delle persone. Semplicemente danno un’interpretazione distorta di tale realtà, in modo da disinnescare la forza che da essa promana e mette in questione loro stessi. Poco importa a loro che Gesù compia i suoi atti in nome di Dio o in nome di Satana, come quando gli chiederanno: “Con che autorità fai queste cose?” (Mc 11,28). Cercano solo appigli per screditarlo. Il loro è un comportamento cinico, dettato da calcolo».

Da parte sua Gesù lascia aperto su di sé e sul suo operare l’interagire della volontà di Dio, la sola a farlo diventare “il più forte nella verità dell’amore. La sentenza finale di Gesù è molto forte, evoca una situazione senza scampo… Egli fa capire che non si possono capovolgere gli stessi segni di Dio contro Dio stesso.

Il messaggio di papa Francesco in vista della 56ma Giornata mondiale per le Comunicazioni sociali si concentra sull’ascolto: «L’ascolto, infatti, non riguarda solo il senso dell’udito, ma tutta la persona. La vera sede dell’ascolto è il cuore. Il re Salomone, pur giovanissimo, si dimostrò saggio perché domandò al Signore di concedergli “un cuore che ascolta” (1 Re 3,9). E Sant’Agostino invitava ad ascoltare con il cuore (corde audire), ad accogliere le parole non esteriormente nelle orecchie, ma spiritualmente nei cuori: “Non abbiate il cuore nelle orecchie, ma le orecchie nel cuore”. E San Francesco d’Assisi esortava i propri fratelli a “inclinare l’orecchio del cuore”».

Il Papa a riguardo ribadisce il primato dell’ascolto: «L’ascoltare è dunque il primo indispensabile ingrediente del dialogo e della buona comunicazione. Non si comunica se non si è prima ascoltato e non si fa buon giornalismo senza la capacità di ascoltare. Per offrire un’informazione solida, equilibrata e completa è necessario aver ascoltato a lungo. Per raccontare un evento o descrivere una realtà in un reportage è essenziale aver saputo ascoltare, disposti anche a cambiare idea, a modificare le proprie ipotesi di partenza».

Occorre impostare così il prezioso servizio che voi svolgete come giornalisti, come operatori nel modo della comunicazione.