Il primo sia l’ultimo di tutti

Inizio del ministero di parroco di don Augusto Antoniol a Longarone
23-09-2018

Abbiamo ascoltato nel Vangelo da poco proclamato che tutti i discepoli non capiscono le parole dette da Gesù: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle Mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risusciterà». Questo succede “per la strada”. È lì in mezzo alle nostre strade che noi fatichiamo ad entrare nel significato reale dell’annuncio di Gesù.

Lo chiedo a me, vostro fratello e vostro vescovo: quante volte sulla strada della vita e del ministero mi allontano dal vangelo di Gesù? La Parola del Signore oggi pone questa domanda a noi, discepoli di Gesù.

Gesù ci sorprende: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Forse siamo ancora lì a discutere su chi sia il più grande…

È possibile che Gesù stia interrompendo le nostre discussioni, come avvenne in quella traversata della Galilea: «Il primo sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».

Mi chiedo quale sia per noi l’ultimo posto in cui posizionarci per poterlo seguire…

Abbiamo bisogno gli uni degli altri per ripartire dietro a Gesù, in quella consegna della vita a cui il Vangelo ci chiama.

Credetemi, comunità cristiane di Fortogna, di Igne, di Longarone, di Ospitale, anch’io con voi mi sento scosso dall’invito di Gesù. Immagino te d. Augusto ora che sarai discepolo e apostolo sulle strade di queste comunità.

L’apostolo Giacomo va dritto alla questione di fondo: «Dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni».

Quante volte ti sei trovato all’ultimo posto con quei bambini e giovani che brulicavano lungo le strade impolverate e piene di buche di Gaya, all’ultimo posto con i giovani in carcere che anche a me hai fatto visitare, nella scuola che avete costruito per dare un futuro ai ragazzi…

La nostra Chiesa di Belluno Feltre ha lasciato quell’ultimo posto, dove si imparava a servire. Tu hai accettato di farlo confidando nella responsabilità di quella piccola ma luminosa comunità cristiana che hai servito e accompagnato.

È toccato a me, don Augusto, affidarti a queste altre comunità. Non è stato facile, ma vuole essere un gesto che avvicina al Vangelo di Gesù.

C’è una storia travagliata in questi luoghi – direi in parte misteriosa e inenarrabile – ma io non esiterei a confidarti che troverai nel cuore di questa gente quel seme di pace e quel frutto di giustizia di cui ha parlato l’apostolo Giacomo: «Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia».

Sono grato a nome di tutta la nostra Chiesa di Belluno Feltre verso chi ti ha preceduto, in particolare d. Gabriele e d. Mirko: anche loro con queste comunità, con quanti hanno scelto di seguire il Signore Gesù hanno fatto opera di pace e anche raccolto un frutto di giustizia.