Il profumo di una vita santa

Omelia nella Messa del Crisma – Giovedì Santo, Cattedrale di Belluno
14-04-2022

Is 61,1-3a.6a.8b-9; Sal 88 (89); Ap 1,5-8; Lc 4,16-21

Si apre oggi in noi, sulla nostra Chiesa, con questa celebrazione, uno sguardo di esultanza. Fra poco chiederemo nella preghiera la consacrazione del crisma con queste parole: «O Padre santifica con la tua benedizione quest’olio, dono della tua provvidenza […]. Confermalo come segno sacramentale di salvezza e vita perfetta per i tuoi figli […]. Questa unzione li penetri e li santifichi, perché liberi dalla nativa corruzione e consacrati tempio della tua gloria, spandano il profumo di una vita santa».

Si tratta di uno squarcio di luce tra mille oscurità che ci attanagliano intorno e che si riflettono anche dentro di noi. Si espande un profumo che raggiunge i tanti inquinamenti del nostro vivere. Di tale infezione che intacca e ferisce il nostro animo siamo spesso turbati e ammalati. È possibile che nella nostra frammentata preghiera affiori la domanda: ma tu, Signore, da che parte stai? Perché oggi ci lasci così vulnerabili ed esposti a ciò che ci rende più fragili, meno prestanti, scarsamente significativi? Anche come presbiterio sentiamo il “fiato corto” che rende tutto più difficile e affaticato. Mi ha colpito in particolare un dato dell’indagine svolta lo scorso anno e rivolta ai nostri giovani studenti delle superiori: «Il 16,2 % degli intervistati ha affermato di provare spesso o sempre pensieri di morte».

Noi fra poco pregheremo così: «Quest’olio sia crisma di salvezza per tutti i rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo; li renda partecipi della vita eterna e commensali al banchetto della tua gloria».

Oggi c’è un olio profumatissimo nelle nostre povere mani. Esso suscita il nostro ascolto e giunge fino al cuore, accarezza i nostri sentimenti e avvolge le nostre paure. È il Vangelo delle nostre Nazareth, dove siamo stati allevati, come il racconto appena ascoltato dice di Gesù. Siamo tutti nelle nostre sinagoghe dove la vita ci fa incontrare, dove entriamo “secondo il nostro solito”: tutti noi, presbiteri, diaconi, padri e madri, figli, nonni, giovani e anziani, uomini e donne soli o accompagnati, tutti e tutte… Ci viene consegnato un rotolo. Proprio come è detto nel salmo 40: «Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto». È scritto della nostra unzione. C’è un olio di esultanza per cui «lo Spirito del Signore è sopra di me», sopra di noi tutti.

È un’unzione che penetra nelle nostre povertà, nelle nostre prigionie, nelle nostre cecità, nelle nostre oppressioni. Quest’olio dello Spirito le sta cercando, addirittura ce le sta chiedendo. Esso è dato per tutte queste situazioni della nostra umanità che si sente spogliata e svuotata, come appare Gesù nei giorni di passione che stiamo vivendo, in tutta la verità della sua umanità. Così come Lui siamo noi uomini e donne in questa storia che ci mette insieme. Sì, oggi il Signore Gesù sta cercando proprio così anche la sua Chiesa. Lo sappiamo – e l’abbiamo bene appreso dalla vita e dalla storia – l’olio del suo Spirito scorre via e non penetra lì dove orgoglio, arroganza, privilegio, resistenza nel proprio guscio, rigidità e durezza nelle proprie posizioni e sicurezze, lì dove non ci abbandoniamo alla tenerezza dell’amore, alla non facile iniziazione all’amicizia e alla fraternità. A volte può proprio capitarci di lasciare che scorra via l’olio dello Spirito che, invece ci è donato per consacrarci al lieto messaggio, alla liberazione, allo stupore, alla grazia.

È vero, oggi tante situazioni incomprensibili e ingestibili – in particolare il contesto di guerra che ci scuote in profondità – ci rendono inermi, impauriti e scoraggiati. Proprio in questo tempo il Signore Gesù ci affianca. Egli ci sta accostando: è questo l’annuncio liberante della sua passione e della sua Pasqua. Il suo silenzio parla al nostro cuore, parla lì dove abbiamo l’ardire di abbattere qualche muro e barriera che spesso frapponiamo tra noi. Ci indica la via di riconciliarci con questa vita, con le nostre scelte che magari ci appaiono sbagliate, con chi ci viene incontro o ci cerca o a cui siamo mandati. Ci sollecita a stare con il cuore e con la sapienza evangelica in questa sua e nostra Chiesa. Sì, oggi ci sta incoraggiando nel cammino sinodale intrapreso, in ciò che con fatica ma anche con sorpresa ci sta succedendo in questa stagione di faticoso rinnovamento.

Ascoltalo, ascoltiamolo, è in mezzo a noi, nella nostra sinagoga, nella sua e nostra Nazareth, ci ha raccolti così come siamo e ci dice: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».

Ed ecco il nostro canto di vita: «A colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen».

 

ANNIVERSARI DI ORDINAZIONE

  • 60mo: Arrigo Campigotto, Mario De Bona (benedettino con il nome di Natanaele)
  • 50mo: Riccardo Michelan (salesiano)
  • 25mo: Angelo Balcon, Graziano Dalla Caneva, Riccardo Parissenti, Andrea Piccolin
  • Un pensiero particolare di comunione e sostegno al Vescovo Giuseppe.
  • Nella nostra preghiera vi sono tutti i presbiteri che sono a Casa Kolbe, accanto ai religiosi lì ospitati e ai preti nelle altre case di soggiorno o nella propria casa.
  • Una vicinanza particolare al decano del presbiterio, don Mario Carlin, con i suoi 100 anni compiuti, che ieri sera per telefono mi ha detto: «Ho voglia di collabarare con la mia preghiera per il bene della Diocesi». Grazie, don Mario, e così a tutti i confratelli nel ministero ordinato.
  • Infine una memoria riconoscente per i presbiteri deceduti dalla Messa Crismale dello scorso anno: Costantino De Martin Polo, Francesco Silvestri, Piero Dall’Amico, Ausilio Da Rif