La Pasqua non bypassa il morire

Omelia nella Veglia pasquale – Cattedrale di Belluno
03-04-2021

 

Mc 16,1-7

Questa notte di veglia ha lo spessore e porta il peso del buio. La notte di Pasqua è realmente fatta di tenebre. Essa incute il senso dello spegnimento e ci fa anche paura. La Liturgia ci fa entrare in questa dimensione della vita fino a portarci al confine della morte. Non c’è Pasqua senza la realtà incombente e avvenuta della morte. La Pasqua non bypassa il morire. Gesù è realmente crocifisso e morto, inoltre deposto nel sepolcro. Gesù nella sua vicenda umana non ci illude: egli non è scappato dal suo morire. In questi giorni della sua passione abbiamo sperimentato che sino alla fine egli ha lottato contro l’ingiustizia della morte. C’è in fondo qualcosa di inaccettabile nel fatto di morire: la vita vuole vivere!

Mentre trascorrono i giorni del nostro esistere, in ogni esperienza in cui siamo coinvolti, sentiamo che qualcosa di noi muore. Muore un po’ del nostro “io” e vacillano le sicurezze a cui ci aggrappiamo. Il nostro stesso desiderio viene scosso e perde qualcosa di ciò per cui si era acceso.

L’evangelista Marco, nel racconto proclamato, ha detto che le donne – Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme – non solo andarono al sepolcro, ma anche vi entrarono. Entrarono lì dove la morte è visibile: un’esperienza accostabile a tutte le situazioni in cui la vita è esposta al pericolo, è negata, perduta, sottratta, rifiutata, calpestata ed eliminata.

Ma, ecco, un indizio assolutamente decisivo. L’evangelista fa constatare a quella inaspettata figura di giovane vestito di bianco, seduto a destra dentro il sepolcro, che loro, le donne, erano alla ricerca di Gesù: «Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso». Ed ecco il suo annuncio rompe la paura della morte e del morire: «Non abbiate paura! […]. È risorto, non è qui».

Le donne cercavano Gesù nel sepolcro per ungere il suo corpo morto. Sono degli atteggiamenti e dei gesti molto umani che però nascono dall’amore. Sono piccole gemme che annunciano una rigenerazione e che spaccano l’involucro della morte.

È bastato che cercassero Gesù in umanità, nella cura di un gesto amorevole e la morte ha cominciato a spaccarsi, a rompersi. Così alla morte viene impedito di ingoiare definitivamente la vita.

È il Vangelo che in questa notte ci viene annunciato: “cercate Gesù crocifisso, non abbiate paura, è risorto, vi precede”…

La risurrezione per noi sta in questa ricerca di Lui.

Lo auguro di cuore a ciascuno, a ciascuna di voi: ovunque la vita si incrina verso la morte, voi cercate Gesù Nazareno, il Crocifisso, poiché la fedeltà d’amore di Dio, mediate Lui, ha posto in noi il seme di questo Vangelo: «È risorto, non è qui […]. Egli vi precede […] come vi ha detto».