Nel 25° della dedicazione del Santuario del Nevegal

Santuario Maria Immacolata al Nevegàl
01-08-2020

Is 55,1-3; Sal 144 (145); Rm 8,35.37-39; Mt 14,13-21

«Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte».

Parole “insensate” queste che abbiamo ascoltato dal profeta Isaia: comprare senza pagare! Ecco c’è di mezzo Dio, la sua misericordia, il suo affetto, di più ancora, la sua forza che l’amore gratuito.

«Venite a me, ascoltate e vivrete. Io stabilirò per voi un’alleanza eterna». Isaia dà voce a Dio. Ecco chi noi siamo: cercati, amati, accoratamente invitati, gratis, per ricevere in eccedenza Lui stesso, la sua amicizia, la sua alleanza…

Ecco i 25 anni dalla “dedicazione” di questo santuario. La Parola appena proclamata ci fa cogliere questo significato profondo: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione. L’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati». Noi siamo qui – così come in ogni altra chiesa e santuario – non tanto per strappare qualcosa a Dio, ma per toccarne l’amore, l’affetto, la tenerezza; per percepire il beneficio sanate della sua cura: «Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su ogni creatura». Qui si entra con il peso delle nostre paure e delle nostre fatiche e si esce con la carezza leggera e creatrice della tenerezza con cui Dio comunica con noi.

Nel salmo 144 abbiamo anche pregato così: «Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità». Questo santuario è luogo della nostra sincerità con Dio. La sua vicinanza è possibile percepirla in questa semplicità del cuore. Questa casa è innanzitutto “dedicata” a Lui, perché qui noi possiamo aprirci a Dio. Questa sincerità significa anche “non porre le condizioni a Dio”. Qui si impara l’atto fondamentale della vita: quello dell’aprirci, del fidarci, del saper accogliere, del creare spazio in noi anche abbandonando tante nostre pretese. Bellissima l’espressione del salmo 144: «Tu apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente». In questo luogo dedicato innanzitutto a Dio noi scopriamo la vita, come suo dono, ne misuriamo le dimensioni infinite a cui Dio la destina, la riceviamo come chiamata a condividerla, come tempo e possibilità del nostro servire, del nostro donarci.

C’è una consegna da parte del Concilio Vaticano II che deve diventare il “programma di vita” di questo Santuario: «Dio invisibile, nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con loro, per invitarli e ammetterli alla comunione con sé» (DV 2). […]

Nel cuore di questo rapporto intimo, amicale, di reciproca consegna vi è la passione d’amore per questa umanità, significata dalla drammatica richiesta di non distruggere neppure la città più votata al male. Maria ha vissuto di questa passione d’amore. Oggi è a sostenere questa promessa di vita scaturita dall’incontro tra Dio e Abramo. […]

Maria è entrata in questa grande richiesta e azione per la vita di tutti.

Ed è il secondo pensiero che mi sento di formulare oggi in questo nostro Santuario: chiunque possa giungere qui sia aiutato a entrare in questa passione d’amore per l’umanità, che la Parola di Dio oggi ridesta in noi come “cuore della nostra fede”.