Nelle esequie di don Renzo Marinello

Chiesa arcidiaconale di Pieve di Cadore
05-09-2016

Genesi 32,23.25-31; Salmo 84; Luca 5,1-11

Ora d. Renzo sono qui i tuoi familiari – fratello, sorella, cognato e nipoti – con il presbiterio a cui appartieni, con il vescovo Giuseppe, con le comunità che hai servito come presbitero della Chiesa di Belluno-Feltre… Sono qui anch’io per ricambiare il «sincero “benvenuto nel nome del Signore”» che mi hai formulato nella lettera augurale inviata il 14 aprile, qualche giorno dopo la mia ordinazione a vescovo. Ricevendola mi ero preoccupato: la busta era ornata di uno stemma che non sapevo interpretare: era dell’Arcidiacono emerito del Cadore.

Il contenuto, però, era squisito: quello di un uomo di Dio che – come il patriarca Giacobbe nel racconto della prima lettura – «rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora».

Mi assicuravi il tuo ricordo quotidiano, precisando: «non solo nell’Eucaristia, ma anche nelle preghiere che ora occupano una parte notevole delle ore dei miei giorni e … [con alcuni punti di sospensione] delle mie notti».

Alla luce della Parola di Dio comprendiamo che ti sei gradualmente avvicinato a quel guado misterioso descritto nella prima lettura. In questa ultima fase è cominciata una nuova lotta, non più paragonabile a quelle che hai affrontato negli anni di impegno attivo del tuo vibrante ministero. Si è trattato di una lotta che ti ha fatto giungere allo “spuntare dell’aurora”.

Non hai mai mollato, d. Renzo. Lo si è visto anche negli ultimi giorni di questa avventura terrena. Le forze erano consumate, ma tu puntavi oltre, con la tua lucidità mentale, con la tua affinata ironia, con un cuore che lottava nel tumulto di tanti affetti, su cui ti interrogavi ed era come se tu li volessi ritrovare e riscattare…

In un incontro prolungato che ho avuto con te, nella tua casa a Valle, lì dove in particolare eri custodito da tuo fratello, mi avevi accennato a una sorta di inquietudine attraverso la quale stavi rivedendo i tanti avvenimenti della tua vita, soprattutto le persone che hai avvicinato nel ministero e i confratelli con cui hai condiviso la cura pastorale. Ti domandavi se avevi fatto tutto il possibile per loro, se eri stato buono con loro quanto avresti dovuto…

«Rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora».

È il guado in cui Giacobbe lottò tutta la notte.

Sono quei passaggi della vita in cui ci si apre “allo spuntare dell’aurora”, quando si riceve quella forza che non è più potenza mondana o prestigio sociale, ed è il coraggio con cui Giacobbe, al misterioso personaggio che lottava con lui, lancia una sorta di sfida: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!».

Nel suo itinerario spirituale d. Renzo ha avuto un grande compagno di viaggio: sant’Agostino. L’energia interiore che ha caratterizzato l’uno e l’altro – certamente in contesti tra loro diversissimi – ci permette di associarli.

La Parola ascoltata ci provoca a fare anche tutti noi un passaggio di fede, paragonabile al guado di Giacobbe, dove percepire e accogliere la definitiva e compiuta testimonianza di d. Renzo. Egli ce la consegna così, come parola di salvezza:

«Davvero ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva».

In questo suo “faccia a faccia” con Dio, ci piace porre nelle labbra di d. Renzo questa confidente preghiera:

«3 L’anima mia anela e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente.

4 Anche il passero trova una casa e la rondine il nido
dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari,
Signore, mio re e mio Dio».

Ci aiuta anche il racconto dell’evangelista Luca che abbiamo ascoltato. È il Vangelo che la Liturgia ci ha donato il giorno precedente alla notte in cui si è conclusa la vicenda terrena di d. Renzo. In questo racconto noi possiamo ritrovare tutto il suo percorso di fede e di ministero.

Come successe a Pietro che si è ritrovato Gesù proprio sulla sua barca, possiamo immaginare che nella notte in cui sembrava non più pescare nulla, anche questo suo apostolo Renzo si sia trovato il Signore lì nella sua barca, dopo di averla condotta lungo tutti gli anni di creativo e acceso ministero, così come l’ha vissuto: con determinazione di ruolo, da pioniere in capacità comunicativa, attento a mille sollecitazioni culturali…

Gesù propone una pesca ulteriore, da fare soltanto sulla sua parola, nonostante la fatica da mettere in conto, nonostante i fallimenti precedenti.

Conosciamo tutti come si può rispondere a questo altro invito: “non serve… non si prenderà nulla… abbiamo già tentato…”

C’è qualcosa di assolutamente nuovo che scombina. Lo stupore è nel cuore di Pietro: in lui, che si getta alle ginocchia di Gesù, ci piace riconoscere d. Renzo nel fare sue proprio le parole dell’apostolo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore».

Assieme ci siamo anche tutti noi, discepoli di Gesù un po’ sfiancati, un po’ disillusi… nelle nostre situazioni di vita.

Nel suo “faccia a faccia” con Dio, d. Renzo ci incoraggia con lo stupore di essere stato amato da Gesù: «Non temere d’ora in poi sarai pescatore di uomini».

Tirata la sua barca a terra, d. Renzo ha lasciato tutto e lo ha seguito.

Permettici allora, d. Renzo, di dirti e darti il nostro grazie incondizionato. Si possono raccontare mille realizzazioni da te fatte con ardore e passione. Si possono anche contare i passi vacillanti. Ma per noi, qui ed ora, per questa nostra Chiesa in particolare per le comunità che hai servito, ma anche per tutta la popolazione e le istituzioni di cui sei stato riferimento sicuro, per i tuoi familiari e i vescovi con cui hai collaborato… per tutti noi conta ora questo grazie che, per dono di Dio, diventa Eucaristia.

Permettici di rappresentarlo con le tue stesse parole, con le quali hai introdotto nel 1993 la raccolta dei “pensieri settimanali” che raccontavano la vita della tua comunità:

«Il libro va considerato un mazzo di fiori, magari di rose. Se, tenendolo in mano, si dovesse sentire qualche pizzicone, si dovrà pensare che, ahimè!, non c’è rosa senza spine».

Eccoti, in questa Eucaristia, il nostro mazzo di rose!