Non diventate malinconici

Omelia nel Mercoledì delle Ceneri - Cattedrale di Belluno
01-03-2017

Gl 2,12-18; Sal 50 (51); 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6. 16-18

Fra poco formeremo una fila qui davanti alla mensa eucaristica, una sorta di catena umana. Ci lega una solidarietà che non abbiamo semplicemente costruito noi con le nostre forze o per le nostre ragioni, ma rappresenta un dono che siamo chiamati ad accogliere di nuovo, un dono instancabilmente riconsegnato. L’apostolo Paolo lo ha ricordato nella seconda lettura: «Lasciatevi riconciliare con Dio» e, più oltre, «Vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio».

Che interessante questo appello: “lasciatevi”! Succede nelle situazioni più varie della vita di tenere saldo qualcosa, di non mollare, di impegnare un sacco di energie per restare sulle nostre posizioni… La Parola di Dio ci dice: “lasciatevi”! Quando simao disposti a lasciare… qualcosa di noi si mette in movimento, si scioglie. Ci liberiamo da quello che fino a quel momento ci aveva oppresso o ci stava stretto.

Fin dagli inizi nella Bibbia è narrato che Dio pronuncia parole simili: «Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre…» (Gn 2,24).

Semplicemente formuliamo così quest’appello: lasciamoci amare!

Si tratta del vero ascolto, quello che ci permette di aprirci, di fare spazio, di accogliere, di cambiare e convertirci. La Quaresima essenzialmente è questo inizio in cui non restiamo affermati su noi stessi: è lasciarci amare! Da questo inizio ricomincia la vita, ogni vita, tanto più quella della fede… Dio ci rigenera così!

Le ceneri sono semplicemente un rito iniziale; non spiegano tutta la Quaresima. È necessario lasciare e sciogliere anche questo tempo che iniziamo oggi. In tutta la Bibbia i quaranta giorni o i quarant’anni non si giustificano da soli.

Si dovrebbe avere l’opportuna fretta di attraversare questo intervallo. Al suo orizzonte c’è un bagliore di luce: la terra promessa, la Pasqua… C’è l’aurora in cui Maria di Magdala lascia il suo pianto e va’ dai suoi fratelli… C’è il giorno in cui i due discepoli che si rifugiavano amareggiati ad Emmaus, si lasciano sciogliere dagli indurimenti del cuore e della mente: si lasciano accompagnare e amare…

Solo con questa apertura ha senso il nostro camminare in questa quaresima.

Nel difficile momento in cui viviamo è necessario che noi discepoli di Gesù possiamo liberarci da pesi accumulati e possiamo corrispondere a quel “lasciatevi amare…”.

In questi giorni questioni delicate come l’obiezione di coscienza, il “fine vita”, il continuo migrare di tante persone… ci provocano. Dove andare, in che cosa confidare?

Sento che la Parola di Gesù di questa sera è liberante, ancora una volta è “pasquale”, rigenerante.

Ecco come Gesù sembra consegnarci nuovo l’appello «a non accogliere invano la grazia di Dio». Nel Vangelo ci dice: «Quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto» (Mt 6,17-18).

Questo profumo e questa rinfrescata è il suo Vangelo così come ha preso corpo nelle sue relazioni, grazie al suo toccare con mano le situazioni di persone che mendicavano aiuto e guarigione, così come è diventato tanto umano nella sua Pasqua. Gesù è sincero nel suo amare la vita di tutti e dice a noi suoi discepoli:

«Non diventate malinconici… con un’aria disfatta…» (Mt 6, 16)!

 

Su questa parola – non diventate malinconici – vorrei incoraggiarvi a sentirvi invitati ai Giorni dello Spirito e di comunità, alla fraternità da condividere in parrocchia nelle prossime tre serate. Lasciamo anche la “malinconia” delle solite cose e delle solite paure… fidatevi dell’invito e buon cammino quaresimale!