A cura di don Ezio Del Favero

151 – I giudizi del discepolo

Oggi hai compiuto il primo passo sulla via del bene, che porta dal giudizio al rispetto

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Un vecchio saggio stava parlando ai suoi discepoli: «Il mondo sarebbe migliore se gli uomini si sforzassero di combattere il male e di fare il bene. Basterebbero dei piccoli passi; primo fra tutti quello che porta dal giudizio al rispetto».

Un giovane chiese al maestro di aiutarlo a compiere il primo passo. Il saggio disse: «Vai verso le montagne e poi sali sul sentiero che porta verso il villaggio vicino al monte più alto. Poi torna a riferirmi ciò che avrai visto».

Il discepolo partì verso le montagne, salì sul sentiero che portava al villaggio indicatogli dal saggio e la prima cosa che vide, arrivato sulla piazza del borgo, fu un uomo che attingeva dell’acqua da un pozzo con un secchio e la gettava tra i rovi.

La seconda cosa che vide fu una ragazza che, nascosta tra i fiori, gli sorrideva con sguardo invitante. La terza fu un mendicante che, aggrappatosi ai suoi abiti, gli chiedeva l’elemosina mentre pregava.

Il giovane ridiscese a valle, tornò dal maestro e riferì: «Nel villaggio dove mi hai mandato ho visto tre persone che mi hanno spezzato il cuore: un pazzo che estraeva l’acqua da un pozzo e la gettava via, una prostituta che mi sorrideva e un mendicante sicuramente un santo di Dio». «In realtà – gli rispose il vecchio – tu hai visto un uomo saggio, una donna innamorata e un ladro. L’uomo che estraeva l’acqua dal pozzo e la gettava via era saggio in quanto il pozzo era avvelenato; la ragazza non sorrideva a te ma al suo innamorato che ella vedeva davanti a sé nella tua direzione anche se lontano; e quanto al mendicante, mentre t’incantava con le sue preghiere, con la mano tentava di rubarti il borsellino!». Il giovane si rese conto che il giudizio gli aveva oscurato il pensiero e il rispetto del prossimo; chiese una nuova prova e fu mandato in un altro villaggio sempre sotto le montagne, non lontano dal precedente.

Con sua grande sorpresa, nel nuovo borgo montano il giovane vide le stesse scene.

Tornò dal maestro e, soddisfatto, disse: «Oggi ho visto un saggio, una ragazza innamorata e un ladro. Grazie a te ho rettificato il mio giudizio!». Il vecchio, sconsolato, precisò: «Quelli erano davvero un pazzo, una prostituta e un uomo santo. Basarsi sul giudizio degli altri – come hai fatto tu nei miei confronti – è una grande stoltezza!».

Il giovane fu mandato a visitare un terzo villaggio, dove rivide le stesse scene.

Al ritorno riferì al vecchio saggiò: «Oggi ho visto dell’acqua che veniva gettata tra i rovi, un sorriso di donna e una mano tesa verso di me».

Il saggio commentò: «Bravo! Anche se apparentemente si potrebbe dire che hai visto poco, oggi hai compiuto il primo passo sulla via del bene, che porta dal giudizio al rispetto».


La parabola, raccolta in Oriente, insegna che troppo spesso ci permettiamo di giudicare le persone in base alle apparenze, il più delle volte condannandole. Rispettare l’altro significa accettarlo per quello che è, smettere di considerarlo sbagliato, diverso, peggiore… Rispettare significa dare il giusto valore a chi si incontra.

Un’altra parabola asiatica intende insegnare il rispetto e la tolleranza.

Due mostri – racconta la leggenda – vivevano sui due versanti opposti di un alto monte e comunicavano tra di loro attraverso una minuscola caverna che attraversava la montagna, troppo piccola perché loro potessero entrarvi. Quasi sempre litigavano. Un giorno scoppiò una tremenda disputa tra di loro, in quanto non riuscivano a mettersi d’accordo su quando il giorno cominciasse e quando finisse. L’uno vedeva l’alba all’orizzonte a un’ora precisa; poi, a una certa ora, il sole passava dall’altra parte del monte. Per l’altro il giorno cominciava quando il sole appariva sopra il monte e terminava quando esso tramontava all’orizzonte. Entrambi rimanevano fermi sulle loro posizioni. I due cominciarono a insultarsi e a lanciarsi delle grosse pietre, fino a far crollare la montagna. In quel momento i due mostri si accorsero che entrambi avevano ragione… La parabola incoraggia il rispetto, la tolleranza verso le idee e il pensiero degli altri, la comprensione e l’empatia tra le persone.

Papa Francesco: «Il dialogo nasce da un atteggiamento di rispetto verso un’altra persone, dalla convinzione che l’altro abbia qualcosa di buono da dire; presuppone fare spazio, nel nostro cuore, al suo punto di vista, alla sua  opinione alle sue proposte. Dialogare significa un’accoglienza cordiale e non una condanna preventiva. Per dialogare bisogna sapere abbassare le difese, aprire le porte di casa e offrire calore umano».

Illustrazione di Lucia Coltamai.