In una zona montuosa ai confini del deserto, la figlia del Sovrano stava per entrare nel mondo degli adulti. Consuetudine voleva che i giovani del Regno offrissero alla Principessa dei regali per la festa che l’avrebbe consacrata adulta e quindi in età di trovare un marito degno di lei. Il regalo più bello sarebbe dunque servito per conquistare il cuore della bella figlia del Sovrano.
I giovani più ricchi caricarono i cammelli con forzieri, cofanetti pieni di gioielli, perle, tessuti preziosi. Un giovane però assisteva a quei preparativi con una certa invidia, gramo di non avere nulla di prezioso da donare alla Principessa, della quale era segretamente innamorato. A un certo punto i ricchi lo canzonarono: «Come osi guardarci? Sei così povero che non puoi permetterti neanche di sognare di competere con noi. Guarda che bei regali! Noi siamo pronti, aspettiamo solo l’alba per partire».
Il giovane, abbassando la testa, pensava alle sole ricchezze che possedeva, le mani e il cuore, poi si diresse verso casa.
Il giovane arrivò a casa e sua madre, vedendo la sua espressione delusa, comprese il suo grande desiderio di portare un dono alla Principessa. E così la donna, che filava il cotone e la canapa e confezionava tuniche e mantelli, estrasse dalla vecchia cassapanca una tunica di seta scintillante, nel cui tessuto si intrecciavano tutti i colori dell’arcobaleno. Il giovane guardò la splendida tunica a bocca aperta. La madre precisò: «L’ho tessuta per te, perché un giorno potessi essere il più bello della regione. Però se il tuo cuore volesse donarla, sentiti libero di farlo!».
Al ché la madre raccontò: «Questa tunica ha una storia tutta sua. Durante la vita ho aiutato tante persone. A loro volta esse mi davano i fili di seta che formano questo tessuto. Il vecchio seminatore, al quale un giorno ho curato la febbre, mi ha donato questi fili blu, il colore dell’amicizia. La vecchia mendicante, abbandonata dai suoi, di cui ho ascoltato pazientemente le vicissitudini, mi ha donato questi fili di seta grigia, il colore della solitudine. Il garzone che il padrone maltrattava, che ho aiutato a zappare il campo di notte, mi ha donato questi fili gialli, il colore della povertà. La madre che aveva perso il suo bambino, con cui ho pianto per tutta la notte, mi ha regalato questi fili bianchi, il colore del lenzuolo che copre i corpi privi di vita nella speranza dell’eternità. E questi fili d’argento rappresentano il colore delle lacrime condivise. Questi fili di seta verde mi sono stati regalati da una coppia di giovani sposi: “Vieni a cantare con noi – mi dissero – vieni a danzare con noi e prendi questa matassa color speranza”. Poi un giorno ho venduto tutto quello che avevo di prezioso per comprare della seta rossa, il colore del mio amore e della mia tenerezza per te. Con questi colori, ora dopo ora, ho tessuto questa tunica».
Il giorno dopo, la Principessa si commosse profondamente quando un giovane le porse una tunica di seta scintillante, nel cui tessuto s’intrecciavano i colori dell’arcobaleno. E quel giovane divenne il suo sposo
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La parabola – raccolta in Cabilia (Algeria) presso la catena montuosa del Djurdjura – insegna che ogni volta che aiutiamo gli altri, sull’esempio della madre del giovane innamorato, contribuiamo a rendere la storia un po’ più gioiosa. E riceviamo molto in cambio, in termini di gratitudine, di simpatia, di fiducia…
La regione della Cabilia, nonostante la natura montuosa, ha un’elevata densità di popolazione. I numerosi villaggi sono di norma costruiti sulle creste dei monti, per lasciare spazio libero alle colture sui fianchi degli stessi e nelle vallate. Questa posizione aveva lo svantaggio di una certa lontananza dalle sorgenti d’acqua, collocate molto più a valle. Per secoli (e in molti villaggi ancora oggi) il compito di scendere alla fontana per il rifornimento d’acqua della casa spettava alle donne, che intorno alla fontana avevano il loro luogo di riunione, che corrispondeva in un certo qual modo alla piazza dell’assemblea degli uomini (tajmaât), collocata al centro del villaggio.
Proverbio algerino sulla generosità: «Se chiudi la mano non stringerai che qualche granello, se la tieni aperta avrai tutta la sabbia portata dal vento».
Proverbio arabo: «La tenerezza di una madre verso i figli è discreta come la rugiada che bacia la terra».
Proverbio Tuareg: «Si giudicherà di te seguendo il colore delle tue tracce».
Dal Corano: «E tutto quello che darete nel bene sarà a vostro vantaggio, se darete solo per tendere al Volto di Allah. E tutto quello che darete nel bene vi sarà restituito e non subirete alcun torto».