A cura di don Ezio Del Favero

166 – Il malvagio sulla montagna  

C’era una volta un uomo molto malvagio e molto intelligente, che voleva governare il mondo

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C’era una volta un uomo molto, molto malvagio – e anche molto intelligente – che voleva governare il mondo e gli Dei. Era il suo più grande desiderio. Provò in tutti i modi per realizzare il suo sogno. Usò la forza, l’autorità, ma riuscì a impressionare solo un piccolo gruppo di persone. Il nome di quell’uomo era Bhasma-Asura.

Un giorno Bhasma-Asura sentì parlare di un uomo del villaggio. Si diceva che questa persona fosse molto pia. Pregava ogni giorno senza tregua e un bel giorno le sue preghiere furono esaudite. Si dice addirittura che sia stato il Dio Shiva ad apparirgli e a concedergli il voto.

Questo infastidiva Bhasma-Asura. Passava giorni e notti a pensare a quella storia. La trovava incredibile. Dopo qualche giorno, un’idea gli germogliò in testa, un’idea davvero allettante. Gridò: «Ecco, ho capito come mettere in atto il mio piano!».

Ballava di gioia perché era orgoglioso di se stesso. «Sì, sono il più intelligente. Nessuno sospetterà nulla. E presto governerò il mondo e gli Dei!».

Il mattino seguente, il malvagio prese il sentiero che portava sulla cima della montagna più alta. Camminò per due giorni e finalmente raggiunse la cima. Decise di sedersi lì e cominciò a pregare. Rimase su quella cima per diversi mesi nella stessa posizione. Né la pioggia, né il vento, né il sole lo facevano muovere. Il muschio verde era cresciuto sui suoi capelli. Continuava a pregare giorno e notte.

Ciò diede i suoi frutti. Il dio Shiva notò quell’uomo pio. Colpito da tanta pietà, decise di andarlo a trovare. «Ti sto osservando da mesi e nonostante il brutto tempo hai continuato a pregare. Mi piace la tua fede. Cosa posso fare per te?». «Oh Signore, la tua presenza e la tua benedizione mi bastano! Non ho bisogno di nient’altro!». Shiva fu ancora più impressionato da tanta saggezza e disse: «Hai pregato per mesi su questa montagna. Dimmi il tuo desiderio e io lo esaudirò!».

A quelle parole l’uomo si alzò e, guardando Shiva dritto negli occhi con un sorriso malizioso, disse: «Hai detto che esaudirai il mio desiderio! Ebbene, desidero che tutti coloro a cui tocco la testa con la mia mano destra siano ridotti in cenere!».

Shiva non poteva credere alle sue orecchie. Questa persona lo aveva ingannato. Ma non aveva altra scelta che mantenere la sua promessa. Esaudì il desiderio di Bhasma-Asura. Immediatamente, l’uomo volle mettere alla prova il suo potere e gli disse:

«Metterò alla prova il mio potere su di te. Avvicinati!». Allora Shiva iniziò a correre per le montagne. Scalò monti, fiumi e foreste per giorni. Bhasma-Asura gli correva dietro con la mano destra tesa.

A un certo punto, il dio Vishnu, che stava osservando la scena da un picco, chiese al dio Shiva, con uno sguardo divertito, se avesse bisogno di aiuto. Egli annuì. «Nasconditi e lasciami fare!», disse Vishnu. Quando Bhasma-Asura arrivò lì vicino, accanto a una roccia vide una donna molto carina. Era così bella e radiosa che lui smise di correre. Si avvicinò e le disse: «Chi sei? Sei così bella e ti voglio come sposa!». «Mi chiamo Mohinì e sposerò solo chi ballerà meglio di me!», disse. Bhasma-Asura: «So ballare come te e persino copiare tutti i tuoi passi!». Lei si mise a danzare, facendo movimenti leggeri come una piuma. Bhasma-Asura riproduceva esattamente i suoi gesti. Mohinì allora ricominciò a volteggiare di nuovo, aggraziata come un uccello. A sua volta, l’uomo fece lo stesso. Alla fine, lei gli disse: «Non male! Ma questa volta, osserva bene! Sarà l’ultimo ballo ma anche il più difficile. Se riesci a riprodurlo, ti sposerò!».

Mohinì cominciò a danzare, a volteggiare in una direzione e poi nell’altra sempre più velocemente, poi si mise delicatamente la mano destra sulla testa mentre si indeboliva e cadeva a terra. Bhasma-Asura cominciò a danzare, a volteggiare per finire con l’appoggiare delicatamente la mano destra sul suo capo. Immediatamente fu ridotto in cenere.

Shiva uscì dal nascondiglio e Vishnu riprese il suo aspetto. Vishnu commentò: «Il malvagio si è fatto il male che voleva fare agli altri!».


La parabola – raccolta in India – termina: «D’allora, gli Dei controllano i cuori e la fede prima di esaudire i desideri».

Bhasma (cenere)-Asura (non divino, demonio) ricorre frequentemente nella mitologia Indù.

In un’altra versione, l’ingenuo dio Shiva sarebbe stato vittima dello stesso potere trasmesso a Bhasma-Asura se non si fosse rinchiuso in una conchiglia. A quel punto si sarebbe presentato Vishnu sotto forma di Mohinì, donna molto bella. Ella, per soddisfare il desiderio del malvagio di possederla, gli avrebbe chiesto di lavarsi la testa e i capelli sulla riva vicina. Il malvagio, toccandosi la testa, in virtù del suo privilegio, si sarebbe così ridotto in cenere.

Morale: «Il malvagio si è fatto il male che voleva fare agli altri!».