In un villaggio in mezzo alle montagne, c’era un’incantevole casetta di legno. I proprietari erano due bravi vecchietti: lui fabbricava giocattoli, lei preparava dolcetti e si occupava della vendita dei balocchi e delle leccornie nel negozietto accanto alla casetta e amava raccontare le favole e le leggende del suo paese ai bambini. Gli abitanti del villaggio li chiamavano “Gli aiutanti di Babbo Natale” e il loro negozietto era denominato “La bottega dei sogni”.
La bottega era addobbata tutto l’anno come a Natale e la gente veniva da lontano per vederla. In un angolo del negozio c’era un baule, all’interno del quale vi era un vecchio libro di favole, tutto impolverato. La padrona diceva: «È il libro dei sogni; guai ad aprirlo senza un motivo valido; se qualcuno l’aprisse senza motivo, la festa del Natale sparirebbe per sempre. A meno che un bambino non entri nel libro per affrontare la perfida Regina delle nevi che odia il Natale!».
Una bambina timida, che aveva perso la voce cadendo in un burrone, stava spesso con i due vecchietti, aiutandoli a confezionare i pacchi regalo. Per loro era come una nipotina. Un giorno, un ragazzo si avvicinò al baule e aprì il libro magico, senza motivo. Subito soffiò un vento gelido; i giocattoli sparirono e così gli addobbi natalizi. Nella bottega e nell’intero villaggio montano scese un velo di tristezza. Il Natale era sparito e i montanari caddero in disperazione.
La piccola decise di intervenire. Si avvicinò al libro, appoggiò una mano sulle pagine e ne fu inghiottita. Si trovò in un posto gelido, di fronte a una donna vestita di bianco: «Sono la Regina delle Nevi. Sei stata ingenua ad aprire il libro!».
Lei, senza voce, si limitava a fissare la Regina, che ripeteva: «Io odio quella stupida festa di Natale: i regali, la famiglia, le canzoni, la festa, la bontà». La Regina era ancora più arrabbiata perché la bambina non si scomponeva, non rispondeva e la fissava sfidandola con lo sguardo per nulla intimorito.
Sempre più infuriata, a un certo punto la Regina urlò. «Sei maleducata! Sei una testarda! Mi fai rabbia! Non ti voglio più tra i piedi! D’accordo, vattene, vi ridarò il Natale, purché te ne vada. Un giorno o l’altro qualcuno riaprirà il libro dei sogni senza motivo e allora mi vendicherò!».
Improvvisamente la piccola si ritrovò nella bottega dei sogni. Il ghiaccio era sparito, il vento si era calmato, i regali erano riapparsi, insieme agli addobbi natalizi. I due vecchietti furono contenti di rivedere la loro cara piccola. Decisero di sotterrare il libro per sempre, ma prima vollero realizzare una cosa importante: chiesero al libro dei sogni di ridare la voce alla bambina. Il motivo era buono e giustificato, per cui il desiderio fu esaudito e la bambina ritrovò la voce, per la gioia di tutti.
Il libro fu sepolto in un luogo sicuro e la perfida Regina non poté infastidire più nessuno. Nel villaggio montano ritornò la felicità e tutti poterono assaporare, per sempre, la gioia del Natale.
La parabola – raccolta in ambiente alpino – insegna: «La bottega dei sogni esiste, laddove vi siano persone che amano, fino all’inverosimile». Così è avvenuto con il Natale, la festa dell’Amore che si fa vicino, la culla dei sogni. Ma dove c’è amore, non solo a Natale, i desideri di bene si possono esaudire.
Henry Van Dyke: «Siete disposti a dimenticare quel che avete fatto per gli altri e a ricordare quel che gli altri hanno fatto per voi? A ignorare quel che il mondo vi deve e a pensare a ciò che voi dovete al mondo? Ad accorgervi che i vostri simili esistono come voi, e a cercare di guardare dietro i volti per vedere il cuore avido di gioia? A capire che probabilmente la sola ragione della vostra esistenza non è ciò che voi avrete dalla vita, ma ciò che darete alla vita? A non lamentarvi per come va l’universo e a cercare intorno a voi un luogo in cui potrete seminare qualche granello di felicità? Siete disposti a fare queste cose sia pure per un giorno solo? Allora per voi Natale durerà per tutto l’anno».