In un paese di montagna vi erano due amici mercanti, Youkitchi (You) gioioso e un po’ superficiale e Mosouké (Mos) serio e molto prudente. Nonostante fossero diversi, si amavano così tanto che se uno intraprendeva un viaggio di affari doveva aspettare che l’altro si unisse a lui.
Una sera, i due amici stavano camminando insieme. La giornata era stata calda ed erano felici di arrivare ai margini della foresta e lì potersi distendere all’ombra di un pino. Dopo un po’, You si addormentò profondamente. Mos, guardando l’amico, si diceva: «Dorme tranquillamente qui, in mezzo alla natura, come se fosse a casa sua. Io non ci riuscirei, perché avrei paura di essere derubato, anche se sono povero. Certo che una piccola somma di denaro sarebbe la benvenuta! In ogni caso, io non riesco ad addormentarmi fuori casa». Mentre stava pensando a ciò, vide una vespa uscire dalla narice sinistra del suo amico. La osservò con stupore mentre volava sopra un alto pino solitario su di una roccia, lo circondava tre volte, per poi tornare dal suo amico e scomparire nella sua narice destra. Mai vista una cosa così strana!
A un certo punto, You si svegliò e disse sorridendo: «Ho appena fatto un sogno meraviglioso. C’era un alto pino sopra una roccia, esattamente come quello che vedi lì. Una vespa ronzava intorno al tronco e mi ripeteva: “Devi scavare in questo posto!”. Ho iniziato a scavare e ho trovato un vaso pieno di monete d’oro. Non ho mai visto così tanti soldi, se non nei sogni!».
Mos rispose: «Se fossi in te, andrei a scavare sotto le radici di quel pino».
L’amico: «Ma che cosa ti prende? Non ho certo intenzione di andare a stancarmi sotto un tale calore per uno stupido sogno! Piuttosto, continuiamo il nostro cammino per arrivare in tempo in città».
Ma Mos insistette: «Un tale sogno sicuramente ha un significato. Se tu non vuoi scavare, lo farò io. Ti propongo di vendermi il tuo sogno».
You scoppiò a ridere: «Sarebbe un buon affare per me! Che cosa mi offri?».
«Hai detto che c’erano molte monete d’oro lì? Sono tuo amico e non voglio certo approfittare di te. Dimmi tu stesso quanto potrebbe valere il tuo sogno».
Dopo breve discussione, i due concordarono la somma. E Mos comprò il sogno per 300 monete d’argento. You commentò sorridendo: «Non ho mai fatto un tale affare, guadagnando dei soldi per un semplice sogno. Ma ora sbrighiamoci, altrimenti arriveremo tardi al mercato».
I due amici, credendo di essere soli, avevano parlato a voce alta. Non potevano certo immaginare che un avaro avesse sentito la loro conversazione. Anche lui stava andando in città e si era riposato ai margini della foresta. Si era addormentato, ma le voci dei due mercanti lo avevano svegliato. Ora si diceva: «Qui ci sono persone ingenue che vendono e comprano dei sogni! Grazie a loro, so dov’è sepolto il tesoro e potrò averlo gratis!». L’avaro, invece che recarsi al mercato, scalò la roccia, scavò tra le radici del pino finché non trovò qualcosa di duro, ovvero un grande vaso pieno di monete d’oro. Ruppe il vaso e mise le monete nella sua borsa. Arrivato in città, con quel denaro acquistò una locanda e divenne un uomo ricco. Ma quella fortuna non gli portò felicità. Dopo qualche tempo, perse non solo l’oro che aveva trovato ma anche tutto ciò che possedeva prima. Così s’impoverì e divenne mendicante.
Mos, finiti i suoi affari in città, salutò You e tornò nel luogo in cui aveva comprato il sogno. Fu grande la sua delusione quando vide che alle radici del pino qualcuno aveva scavato e tutt’intorno giacevano i cocci di un vaso. Si disse tristemente: «Qualcuno si è preso l’iniziativa di sotterrare il tesoro!». Osservando i cocci, si accorse che su uno di essi vi era un’iscrizione: «Il primo dei sette». Quindi pensò: «Ciò significa che ci dovrebbero essere altri sei vasi sotto terra!». Cominciò a scavare energicamente… e in effetti trovò, uno dopo l’altro, sei vasi di terracotta tutti pieni di monete d’oro.
Mos tornò in città e si fece costruire una grande pensione, che chiamò “La locanda del vaso panciuto”. Lì visse ricco e contento per tutti i giorni della sua vita.
You veniva spesso a trovarlo e lo salutava così: «Allora Mos, come stai? Sono venuto a vedere che cos’è diventando il mio sogno!». I due amici si battevano sulle spalle ridendo e ogni volta il ricco locandiere serviva al suo amico il miglior sakè attingendolo dal più panciuto dei suoi vasi di terracotta.
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La parabola, raccolta in Giappone, racconta il valore dell’amicizia e insegna a vivere in maniera onesta e corretta. Morale della storia: il giusto riceverà la sua ricompensa, mentre la persona avida e disonesta s’impoverirà.