Il 27 dicembre 2023 è stato celebrato a Paray-Le-Monial l’inizio del Giubileo del Sacro Cuore di Gesù, in occasione dei 350 anni delle apparizioni a santa Margherita Maria Alacoque, monaca delle Suore della Visitazione. Per la Chiesa, questo evento rappresenta una grazia, che ci permette di contemplare ancora una volta il disegno d’amore di «Dio, che vuole che tutti gli uomini siano salvati» (1Tm 2,4).
Per noi, Serve del Sacro Cuore di Gesù e dei Poveri, si tratta di un’opportunità speciale per ravvivare la nostra identità nella Chiesa, mediante una trasformazione interiore guidata dallo Spirito Santo. Fu lo stesso Spirito a ispirare il nostro fondatore, San José María de Yermo, a diventare come «Cristo Servo e Misericordioso», nella spiritualità dell’amore e della riparazione, e nel servizio ai fratelli poveri e bisognosi.
Siamo nate in Messico, dove l’evangelizzazione fu accolta quando «la sempre Vergine, Madre del Verissimo Dio per il quale si vive» – così si presenta Maria di Guadalupe – offrì il suo amore materno e tutta la sua tenerezza ai figli poveri, emarginati e sofferenti. Storicamente, la fede si è rafforzata nella persecuzione: l’esperienza dell’amore di un Dio che per primo si è consegnato per noi (Gal 2,20) genera in noi una risposta d’amore e ci richiama alla testimonianza di vita nella ricerca del Regno del Sacro Cuore di Gesù. Questo affinché l’uomo ritorni a sé stesso, all’originaria chiamata a essere «figli nel Figlio» (cfr. Gal 4,4-7). Questi eventi hanno ancorato nella nostra memoria comunitaria un patrimonio spirituale che – per citare papa Pio XII – è composto da «innumerevoli grazie celesti concesse ai fedeli» (cfr. Haurietis Aquas, n. 1).
Di fronte al grande dolore umano cui assistiamo quotidianamente, è oggi più che mai attuale l’appello a unirci all’unico Redentore, che nell’obbedienza ripara l’originaria disobbedienza. La spiritualità della riparazione ci invita a restituire amore all’Amore, contribuendo con il nostro servizio e con la profezia della nostra vita fraterna. Così facciamo eco alla misericordia, alla tenerezza e all’umiltà che ci aiutano a prendere coscienza del male che alberga nei nostri cuori, quando distogliamo lo sguardo dal Maestro – che si china a lavare i piedi dei suoi discepoli – e invece cerchiamo i primi posti, rivelandoci pienamente umani e corresponsabili del peccato comunitario (Costituzioni SSCJP, n. 13). Dio chiama continuamente e rinnova la sua chiamata; così, la nostra vocazione di “serve” si inserisce nella vita per essere discepole del Signore.
Ricordiamo quel 27 dicembre 1673, festa di San Giovanni Evangelista. Margherita Maria era inginocchiata davanti al Santissimo Sacramento esposto in cappella. Fu il momento della prima grande rivelazione del Signore. Così ella racconta:
«Trovandomi davanti al Santissimo Sacramento, mi sentii tutta penetrata dalla sua divina presenza. Il Signore mi fece riposare a lungo sul suo petto divino, nel quale mi rivelò tutte le meraviglie del suo amore e i segreti inspiegabili del suo Sacro Cuore».
Come il discepolo amato, fu invitata a riposare nel Cuore del suo Maestro (Gv 13,25). Il Signore la rassicurò:
«Ti ho scelta affinché tutto sia opera mia […] ti segnerò con il Sangue della mia Croce, che ti procurerà più umiliazioni che consolazioni. E come prova che la grazia che ti ho appena concesso non è frutto dell’immaginazione, benché io abbia chiuso la ferita del tuo costato, ti resterà per sempre il dolore. E, se fino ad ora hai preso solo il nome di mia schiava, ora ti do quello di discepola molto amata del mio Cuore».
La consegna presso la Croce (Gv 19,26) viene rinnovata nell’esperienza di Margherita Maria, quando Maria la consola con tenerezza. Un giorno le disse:
«Non temere; tu sarai mia vera figlia, e io sarò sempre la tua buona Madre».
Il discepolo amato accoglie il dolore di Cristo di fronte all’abbandono di coloro che Egli ama. Allo stesso modo, la discepola molto amata è chiamata ad accompagnare Cristo nel suo dolore per coloro che non lo amano, cosciente della gratuità dell’amore e istruita dall’Unico Riparatore. Come scrisse nella sua Autobiografia: «Ti ripagherò sempre con le tue stesse grazie. Tu sei tutto per me, io sono tutta per Te».
I due discepoli ci insegnano a integrare, ai piedi della Croce, insieme a Maria, tutta la sofferenza causata dal peccato: le nostre contro-testimonianze, le ferite che ci procuriamo a vicenda e che si aggravano con l’incapacità di chiedere perdono; la dignità lacerata dai maltrattamenti e dalla violenza verso i più poveri.
Il prossimo 27 giugno – Solennità del Sacro Cuore di Gesù – celebreremo la conclusione del Giubileo. La grande rivelazione del Cuore di Gesù a santa Margherita Maria comprende anche la richiesta del Signore di istituire una festa in onore del suo Cuore, estesa a tutta la Chiesa da Pio IX nel 1856.
In preparazione a questa importante ricorrenza, il Santuario del Nevegal propone un tempo di adorazione eucaristica nei venerdì del mese di giugno, dalle ore 14.30 alle 17.30. Rimane invariato l’orario della recita del Rosario e della celebrazione della Messa, alle ore 18.00. Invitiamo tutti i fedeli a dedicare una preghiera speciale, affinché ogni sacerdote sia custodito e santificato nelle mani di Gesù, secondo il desiderio di papa Giovanni Paolo II, che nel 1995 istituì la Giornata di preghiera per la santificazione del clero.
Troverete un sussidio guida e altre forme di preghiera per attingere alla spiritualità del Cuore di Cristo, che – come ci ha ricordato papa Francesco – «è essenziale per la nostra vita cristiana, in quanto significa l’apertura piena di fede e di adorazione al mistero dell’amore divino e umano del Signore, tanto che possiamo affermare ancora una volta che il Sacro Cuore è una sintesi del Vangelo» (Dilexit nos, n. 83).
suor Lupita e consorelle