Con la “due giorni” vissuta al Cavallino, presso il Villaggio San Paolo, da una ventina di animatori si è conclusa per i giovani delle parrocchie di Valle, Venas e Cibiana un’intensa estate. Era iniziata a fine giugno con le tradizionali tre settimane di Grest e ha avuto il suo apice negli attesissimi campi a Copada. Quest’anno alle due proposte per ragazzi dalla quinta elementare alla seconda superiore, si aggiunto il mini-campo di quattro giorni per bambini dalla terza alla quinta elementare, organizzato in collaborazione con alcuni scout Agesci della zona di Belluno.
Altra novità è stata la proposta di un cammino da La Verna ad Assisi a fine agosto. Per il gruppetto di giovani camminatori un’esperienza unica per fare strada (in tutti i sensi) e giungere in un luogo che ancora profuma della storia di Francesco e Chiara, due santi che da 800 anni continuano ad attrarre e affascinare tanta gente. Ad Assisi però è possibile incontrare anche il beato (prossimo santo) Carlo Acutis, quindicenne, morto repentinamente nel 2006 a soli 15 anni, esempio vivente – e possiamo ben dirlo, perché più vivo che mai – di come la fede possa trovare “campioni” anche nel Ventunesimo secolo.
Il bilancio è stato certamente positivo. I numeri sono significativi: ai soli campi di Copada hanno partecipato complessivamente circa 150 ragazzi di tutto il Cadore e parecchi altri sono rimasti purtroppo in lista d’attesa. Soprattutto la soddisfazione è data dal clima fraterno e gioioso che si è respirato durante le attività, terreno fertile per una crescita umana, spirituale e di fede. Un plauso particolare va agli animatori: anch’essi, come i ragazzi, variegati per provenienza da tutto il Cadore, si sono dedicati all’impegnativo compito di educatori con entusiasmo e voglia di mettersi in gioco. Gli incontri di formazione che hanno preceduto le attività e il cammino di fede, che è richiesto per chi vuole fare animazione in una realtà ecclesiale, hanno dato frutti abbondanti e che fanno ben sperare per il futuro.
In risposta a tante notizie di giovani che finiscono sui giornali per tristi fatti di cronaca, credo valga la pena “pubblicizzare” di più la presenza di molti altri che si spendono per i più piccoli, senza clamore mediatico, ma con passione e dedizione: senza di loro moltissime attività delle nostre parrocchie sarebbero impossibili.
Un accenno va fatto al breve, ma significativo gemellaggio fatto con alcuni ospiti della comunità “Casa Santa Chiara” di Sottocastello. Alcuni di questi ragazzi, affetti da qualche forma di disabilità, insieme ai loro educatori, hanno trascorso una giornata con i nostri animatori tra tende, falò e lo spettacolare cielo di Copada. Se i nostri ospiti hanno potuto vivere un’esperienza certamente fuori dal comune, anche per i nostri giovani è stata occasione di incontro con nuovi amici, capaci di “contagiare” con il loro affetto, simpatia e sensibilità. Anche questa nuova esperienza si è conclusa, salutandosi amichevolmente: «All’anno prossimo!». [AC]