Augurio natalizio del Vescovo

Di cuore, buon Natale!

Quando la gente si incontra ecco prevalere un augurio sui soliti saluti

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C’è un racconto all’origine di quello che, in questi giorni, sembra trasfigurare il volto dei nostri paesi e delle nostre città. Lo si riconosce anche nelle abitazioni e negli edifici e poi al loro interno. Si impone un frastuono di luci tra tante decorazioni che brillano… E quando la gente si incontra ecco prevalere un augurio sui soliti saluti. Sembra che tutti lo debbano pronunciare: buon Natale!

Tutto questo è così dovuto da non ritenersi più necessario far riferimento al racconto d’origine: «Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un salvatore» (Lc 2,11).

Mentre ora mi raffiguro la gente, le famiglie, le comunità di questo nostro territorio, sento di narrare loro la gioia di questa storia, di ridestarla nei loro pensieri e nei loro sentimenti. Temo, infatti, che non ci sia o che venga spento il desiderio di risalire a tale fonte e, dunque, alla meraviglia di quella particolare nascita che rende viva, reale, commovente la parola “Natale” e che motiva l’effetto speciale di questo tempo.

Una nascita manifesta il prorompere della vita fino al suo compiersi. Se poi tale vita è annunciata come il nascere di «un salvatore per voi», allora è l’«oggi» di tutti noi a essere trasfigurato. La vita è salvata, quella fragile ed esile che sperimentiamo nell’esserci in questo mondo e nel condividere l’intreccio complesso del tempo che ci è dato. Le tante storie di persone e di popoli che costituiamo, sono «oggi» vicende tutte da salvare.

Quando, in questi giorni, ci scambiamo l’augurio di buon Natale, in verità noi comunichiamo un’originaria e insuperabile grande gioia: nella nascita di quel bambino «nella città di Davide», a Dio – qualsiasi sia il nome con cui noi lo cerchiamo – non è rimasto più nulla da offrirci, poiché Egli nella vicenda di quel bambino ha dato tutto, tutto Sé stesso.

Di cuore, buon Natale!

+ Renato, vescovo

 

NELLA FOTO: La natività nella grotta di Greccio