Il 29 settembre prossimo ricorre la 110ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Il numero 110 ci ricorda che la Giornata è nata in un tempo, nel quale la migrazione era essenzialmente emigrazione e la giornata manifestava la vicinanza della Chiesa al mondo dei migranti.
Il tema scelto dal Papa è «Dio cammina con il suo popolo»: ricorda la liberazione dalla schiavitù d’Egitto. La presenza di Dio accanto al suo popolo manifesta la premura con la quale Dio apre per lui strade di liberazione. Ma Dio cammina anche nel suo popolo – osserva il Papa – cioè si identifica con coloro che sono costretti a lasciare il proprio Paese, che sono oppressi nei loro diritti e nella loro dignità, e prepara per loro nuovi approdi. Per questo i migranti sono un’immagine della presenza di Dio che deve aprire il nostro cuore a riconoscerlo e ad accoglierlo, perché essi affrontano sofferenze indicibili e ci sollecitano un riconoscimento. Diciamo la verità: anche se il nostro è un Paese di tradizione cattolica, non abbiamo ancora aperto loro il cuore. Eppure risuona sempre attuale il versetto del Vangelo di Matteo: «Ero straniero e mi avete accolto».
Nell’udienza di mercoledì 28 agosto il Papa ha usato parole forti per dire che respingere i migranti sistematicamente, con coscienza e responsabilità è peccato grave, ed usa due immagini, il mare e il deserto, per dire il destino tragico di molti migranti.
In vista della giornata del 29 settembre, venerdì 20 si terrà nella sala Muccin del Centro Giovanni XXIII in piazza Piloni 11 a Belluno, un incontro pubblico, nel quale verrà affrontato il tema dei flussi migratori, nella consapevolezza che l’avvenire dell’Europa è a rischio, se non si trovano meccanismi condivisi di accoglienza e di integrazione. All’incontro, dopo i saluti degli ospiti, interverranno il vescovo Renato Marangoni e il direttore della Caritas diocesana, il diacono Francesco D’Alfonso. Seguiranno alcune testimonianze per poi lasciare spazio a domande e osservazioni del pubblico.