Celebrazione con il vescovo, i confratelli e tanti fedeli nella chiesa del Centro Papa Luciani

Due preti di titanio, 140 anni di ministero

Festa grande per don Pietro Bez e don Tarcisio Piccolin, ordinati nel 1954

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Era il 2 luglio 1954, quando le due diocesi di Belluno e Feltre, ancora separate, si unirono nella chiesa parrocchia di Santa Giustina, per l’ordinazione sacerdotale di otto preti novelli: don Aldo Barbon, don Giuliano Dalla Sega, don Carlo Onorini, don Mario Moretti, don Giuseppe Minella, don Lorenzo Dell’Andrea, don Pietro Bez e don Tarcisio Piccolin.

Se i primi sei «ci hanno preceduto con il segno della fede e dormono il sonno della pace», don Piero e don Tarcisio, pur ultranovantenni, ci allietano ancora della loro amicizia e rendono tenace testimonianza al Signore Gesù.

Settant’anni dopo l’ordinazione, questo «resto di Israele» si è dato appuntamento nella chiesa del Centro Papa Luciani, con parenti e amici, con molti confratelli e con il vescovo Renato per ringraziare il Signore. Una celebrazione intensa, con molta gente venuta dalle varie parrocchie dove don Pietro e don Tarcisio hanno prestato servizio; un folto gruppo di confratelli, che si sono stretti attorno ai due «patriarchi», come li ha chiamati il vescovo Renato nell’omelia. A colpire soprattutto il canto dell’assemblea, sostenuto dalle possenti voci del Coro Oio di Santa Giustina. «Che bella Messa!», ha detto alla fine una fedele.

All’omelia il Vescovo, ha ricordato: «Festeggiamo due nostri “patriarchi”, ordinati insieme preti di questa nostra Chiesa, che allora era nella sua storica duplicità di Belluno e di Feltre. Quanta storia è scritta sulla carne di questi nostri fratelli presbiteri!». E qui ha ricordato i principali passaggi della loro esistenza. «Quanta ricchezza di ministero. Si può dire di loro quello che di Pietro e Paolo diceva il prefazio della recente festa: “Con diversi doni hanno edificato l’unica Chiesa”».

Quindi, prendendo spunto dalle letture del giorno, ha dedicato a ciascun festeggiato un versetto della Scrittura. A don Pietro il passo evangelico in cui era scritto: «Avvenne un grande sconvolgimento… ma egli [Gesù] dormiva». Il pensiero è andato a quei giorni di ottobre del 1963 quando don Pietro arrivò sulla plaga dove prima c’era la vecchia Longarone e lì si è impegnato a ricordare che il Signore sembrava dormire, ma era a bordo di quella barca.

A don Tarcisio invece ha dedicato il passo del profeta Amos letto nella prima lettura: «Camminano forse due uomini insieme, senza essersi messi d’accordo?». Il primo pensiero è andato al fratello don Livio, morto nel 2017, ma sempre legato a don Tarcisio. E poi alla testimonianza di comunione che don Tarcisio ancor oggi dà vivendo in un «Focolare», secondo la spiritualità focolarina.

Alla fine della celebrazione, entrambi i «patriarchi» hanno manifestato la loro gratitutine e la soddisfazione di trovarsi circondati da tanti amici e da tanti confratelli insieme al loro Vescovo. [DF]