La vasta piazza dell’Obradorio, antistante l’imponente facciata barocca della basilica di san Giacomo di Compostela, raccoglie e ripaga la fatica dei passi dei moltissimi pellegrini che quotidianamente vi giungono carichi del loro bagaglio di esperienza e di cammino.
Nel tardo pomeriggio di domenica 25 è toccato al gruppo di giovani della nostra diocesi posare, tutti soddisfatti per la meta raggiunta. Partiti martedì scorso dal primo paese galiziano oltre il confine portoghese, Porriño, percorrendo l’asse della Via che sale da Lisbona, e si dirama nella sua variante costiera – significativamente detta “Via espirituàl” – i venticinque giovani guidati dall’apposita equipe, hanno percorso le tappe previste, accompagnati da significativi “compagni di viaggio” e da un singolare tema di riflessione.
L’utilizzo della metafora dei comandi della tastiera del computer ha permesso infatti di approfondire il legame che il cammino – tanto più il pellegrinaggio – intesse con la vita. Già quell’“ESCape” del titolo stesso dell’iniziativa lo suggeriva. Cerchiamo allora di darne brevemente conto. Il primo tratto, fino a Redondela, ha messo i nostri pellegrini davanti alla prospettiva di uscire da sé stessi – “Esc” – in compagnia di un testimone recentemente scomparso: fratel Biagio Conte. Il missionario palermitano, morto appena l’anno scorso, ha camminato tutta la sua vita. Scegliendo uno stile di essenzialità evangelica, ha progressivamente scelto di perdere tutto il superfluo, trovando l’essenziale. Non uno sforzo eroico, non un “castigarsi” per fare incredibili penitenze, ma un progressivo perdere per trovare gli altri e, appunto, sé stesso. Il giorno successivo i nostri da Redondela hanno costeggiato la ría de Vigo in cerca del ponte Sampaio sul río Verdugo: una tappa facile e corta, che regala uno dei primi paesaggi di pura natura galiziana, con meravigliose viste panoramiche.
Ecco il tema prescelto: “Ctrl-F”, combinazione di tasti che permette di ricercare qualcosa in un documento. Questa shortcut presuppone infatti che la ricerca non sia un deambulare casuale nel dedalo di dati disponibili ma un agire razionale in cui si è disposti a mettersi in gioco sapendo che cosa si sta cercando. L’esempio di vita della ricercatrice polacca Marie Curie, scopritrice della radioattività, ha permesso ai giovani di riflettere su cosa significhi impegnarsi, faticando, per cercare davvero. Ma il cammino continua con ancora una tappa.
Venerdì 23 è la giornata del “Ctrl-C e Cotr-V” (Copia e incolla): quante volte usiamo questo comando in automatico, senza pensare a quello che stiamo facendo, in modo da velocizzare il nostro lavoro, il nostro studio; quante volte ricorre l’impulso di copiare e incollare frasi, atteggiamenti, gesti, pensieri o valori nella nostra quotidianità? Ai giovani pellegrini di Belluno-Feltre, lungo i pittoreschi paesaggi della Comarca de O Salnés da Pontevedra ad Armenteira, è stato proposto di incontrale un camminatore che allo loro stessa Chiesa locale ha dato un bel esempio di vita cristiana: don Francesco Cassol.
La giornata successiva di sabato 24 agosto è iniziata con uno dei percorsi più belli della zona: la Ruta da Pedra e da Agua (il percorso della pietra e dell’acqua), lungo il fiume Armenteira. Fra antichi mulini, alla scoperta di luoghi di grande bellezza naturale, di pittoreschi paesaggi rurali e di vigneti, fino a giungere alla costa e ritrovare l’oceano a Vilanova de Arousa: oltre venti chilometri di “cambio di rotta” (“Ctr-z”). Comando utilizzato per annullare un’operazione fatta, è stato sinonimo non tanto di annullamento, di mutazione del percorso ma di qualcosa di ben più radicale: segno di conversione. E Charles de Foucauld, il celebre santo dei Tuareg, che ha 28 anni ha mutato totalmente vita, chiamato in una progressiva conoscenza della volontà Dio fino all’essenza della fraternità universale, è il faro guida dei passi di questi pellegrini, giovani figli del loro tempo, cercatori di essenzialità, accumunati tutti dalla ricerca personale del proprio percorso di vita e di fede.
Ed eccoci a domenica 25, una giornata importante, ultimo tratto di strada iniziato in maniera un po’ insolita rispetto allo stile classico del pellegrinaggio. Saliti in battello lungo un fiordo fino Pontecesures – il porto di un’antica città romana (ora Padrón) – i nostri amici hanno infatti seguito lo stesso itinerario che, secondo la leggenda, fu percorso dalla nave con il corpo di san Giacomo. Giunti a Pontecesures, di nuovo in cammino lungo un percorso che non presenta difficoltà, fino al promontorio de Milladoiro, dal quale sin dall’antichità i pellegrini intravedono per la prima volta le torri della Cattedrale di Santiago… Ed ecco raggiunta la meta, significativamente suggellata dalla partecipazione alla santa Messa festiva e all’ultimo timbro sulla credenziale ormai “vissuta”.
E ora, quale tasto scegliere? Naturalmente l’“Invio” che permette di andare a capo, di riprendere il discorso, di tornare, progressivamente alla quotidianità. E compagno di viaggio è lo stesso san Giacomo, l’apostolo che dopo la morte del Maestro non mette nel dimenticatoio ciò che ha visto in prima persona: la sua voglia di diffondere la parola del Signore, la gioia dell’incontro con Lui e di condividere ciò che ha vissuto lo condurrà addirittura fino lì, in quell’ultimo lembo di Spagna. Un viaggio che si ammanta della nube della fede ma che ha avuto un’eco di più di mille anni, fino ad oggi.
Ma per i nostri giovani pellegrini l’esperienza non è conclusa; c’è ancora una giornata da vivere insieme che, proprio mentre queste semplici righe di cronaca vengono pubblicate, li condurrà fino all’estremo punto di Finisterre dove, grazie all’aiuto ad un nuovo personaggio che, a differenza degli altri, ha effettivamente fatto strada in mezzo a loro, la ricchezza racchiusa in queste intense giornate, potrà davvero incamminarsi con loro sull’arricchita via del ritorno.
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