Quando ci si incontra succede spesso di dirsi vicendevolmente: «Spero… speriamo…». Ed è come aprire una visione di futuro, dischiudere uno sguardo su un bene da attendere.
Tutti portiamo in noi questo inizio di speranza che ci offre un angolo di osservazione da cui proiettare pensiero e cuore, fatiche e trepidazioni, attese e gioie. In realtà si tratta del desiderio di “fare Pasqua” che non si spegne mai in noi. Esso detta anche uno stile con cui entrare in rapporto con quanti diventano compagni di strada. Si può rappresentare così la Pasqua.
In questo Anno Santo un’espressione la descrive: Pellegrini di Speranza! Le due parole insieme raccontano di noi lungo la via della vita: siamo in cammino, nessuno può dirsi arrivato e, altrettanto, nessuno può pensare di non farcela. È pellegrino chi orienta il proprio cammino verso una meta. Il tracciato è una strada già aperta da altri per cui ci si pone sui loro passi. Sperare è il modo di stare e di perseverare in tale cammino, animati da qualcosa o Qualcuno che chiama e attende, in cui si pone fiducia. Così la fatica del percorso diventa la gioia dell’avvicinamento.
Questo pellegrinare è un cogliere la novità che si va manifestando ed è già un risorgere partecipato, donato, condiviso.
La Pasqua di Gesù ci fa Pellegrini di Speranza: in ogni vita, nel bel mezzo di ogni situazione, per tutti i nostri e altrui giorni.
Auguro a tutti di pellegrinare e di sperare in Essa!
Santa Pasqua 2025
+ Renato, vescovo