Nell’anno santo 1500, Papa Alessandro VI, lo abbiam visto nella precedente puntata, volle che l’apertura della porta santa, avvenuta nella sola basilica del Laterano nei tre precedente giubilei (1423, 1450 e 1475), si effettuasse anche nelle altre tre principali basiliche romane. Il cerimoniere pontificio Giovanni Burcardo nel suo diario, con quella minuzia di particolari, che gli era consueta, ci descrive la funzione dell’apertura della porta santa in San Pietro, presieduta da Alessandro VI alla vigilia di Natale del 1499. Il rito era stato pensato dallo stesso Burcardo.
Nei tre giorni che precedevano la cerimonia, si suonarono le campane di tutte le chiese di Roma. La vigilia di Natale all’ora di nona (circa le 15.00), Alessandro VI con la tiara in capo, rivestito di piviale e con una candela dorata nella mano sinistra, venne portato in sedia gestatoria fino all’atrio della basilica di San Pietro. Lo seguiva una processione di cardinali, vescovi e prelati di curia e clero, tutti con una candela accesa in mano. Giunta la processione nell’atrio, per primo i cantori eseguirono un lungo responsorio, quindi il papa recitò una preghiera che faceva ricordo del giubileo istituito da Mosé. Sceso dalla sedia gestatoria, il Papa si avvicinò alla porta e il capo della fabbriceria gli passò un normale martello da muratore ed il papa colpì per tre volte il muro che chiudeva la porta. Il muro era stato in precedenza assottigliato dalla parte interna e così i tre colpi dati dal Papa produssero un foro nel muro. Il Papa si scostò e i muratori con delle mazze abbatterono il muro; l’operazione durò all’incirca mezz’ora, durante la quale i cantori della basilica eseguirono delle antifone.
Alessandro VI aveva stabilito che nessuno oltrepassasse la porta santa prima di lui. A tal proposito accadde un episodio che mandò in bestia il cerimoniere. Un muratore, che era all’interno della basilica, come fu terminato l’abbattimento del muro, incautamente uscì per sgomberare dalla soglia un pezzo di legno e Burcardo lo redarguì aspramente che non osasse rientrare nella basilica: il Papa e non altri doveva essere il primo ad entrare. Quando la porta fu completamente aperta, Alessandro VI vi si inginocchiò a capo scoperto e tenendo la candela accesa nella sinistra, sostò in preghiera silenziosa. Quando, alzatosi, oltrepassò la porta, i cantori diedero inizio al canto del Te Deum. Giunto all’altare e terminato il Te Deum, il Papa recitò la nota orazione Actiones nostras, quindi ebbe inizio la celebrazione dei primi vesperi di Natale. La porta sarebbe rimasta aperta continuamente giorno e notte per tutta la durata del giubileo e sarebbe stata vegliata da quattro religiosi.
Sotto papa Clemente VII, che indisse l’anno santo del 1525, la cerimonia di apertura della porta santa venne resa ancor più solenne e prese quella forma che in seguito restò pressoché invariata. Dopo l’adorazione del Santissimo nella cappella Sistina, il Papa intonò il Veni Creator Spiritus e mosse processionalmente per la basilica di S. Pietro seguito dai cardinali, vescovi, prelati e ambasciatori. Giunto nell’atrio della basilica il Penitenziere Maggiore gli porse un martello dorato, il papa percosse per tre volte la porta, ad ogni colpo pronunciò un versetto biblico al quale i cantori rispondevano con un altro versetto biblico. Dopo del papa, colpirono la porta il Penitenziere Maggiore e altri due penitenzieri. Intervennero di seguito i muratori ad abbattere il muro, mentre i cantori eseguivano il salmo Jubilate Deo omnis terra. Quando il muro fu demolito, alcuni penitenzieri con delle spugne intrise di acqua benedetta lavarono gli stipiti. Il papa si inginocchiò in preghiera sulla soglia della porta santa, poi tenendo nella destra una croce e nella sinistra una candela intonò il Te Deum ed entrò nella basilica seguito dalla processione e qui furono solennemente cantati i primi vespri del Natale.
Ricordiamo che i mattoni con cui la porta santa era murata divennero un oggetto ricercato dai fedeli. Il Rucellai a proposito dell’apertura della porta santa in Laterano nel 1450 dice che “è tanta la devozione che le persone anno ne mattoni e calcinacci che subito come è smurata a furia di popolo sono portati via et gli oltramontani se ne gli portavano a casa come reliquie sancte”. Nell’apertura della porta santa di S. Pietro per l’anno santo del 1575, trovarono la morte otto persone nella ressa che i pellegrini fecero per raccogliere i mattoni del muro abbattuto.
don Claudio Centa
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Nell’immagine: Pedro de Berreguete (attribuito), Ritratto di Alessandro VI, ca. 1495, Città del Vaticano, Musei Vaticani. (Foto: https://catalogo.museivaticani.va)