Sembrava quasi che l’incerta e ingannevole fumata grigia, uscita quel pomeriggio di 46 anni fa dal comignolo della Cappella Sistina, si fosse a un certo punto riproposta lunedì pomeriggio a Canale d’Agordo, nell’improvviso grigiore delle nubi e delle folate di vento minacciose di pioggia sulla Valle del Bióis. Ma a rassicurare la tanta gente che aveva riempito piazza Papa Luciani, in attesa della celebrazione della Messa, ecco il luminoso sorriso di don Albino squarciare le nubi e lasciare spazio al ritorno dell’azzurro, del sole e del caldo. Così, escluso il rischio di dover riparare nella chiesa parrocchiale, certamente insufficiente per accogliere tutti i presenti, il piccolo corteo dei ministranti, composto oltre che dai vescovi Marangoni e Andrich, da tanti sacerdoti venuti da fuori, è uscito di chiesa e si è avvicinato all’altare predisposto come ogni anno al centro della piazza.
A presiedere la Messa della memoria liturgica del beato Giovanni Paolo I – che coincide con l’anniversario dell’elezione – è il vescovo di Belluno-Feltre, Renato Marangoni, con al suo fianco il vescovo emerito, Giuseppe Andrich, originario di Canale d’Agordo; e ancora il parroco del paese, don Vito De Vido. La celebrazione è animata dal coro diocesano, diretto da don Sandro Gabrieli.
Sono presenti al rito anche il Prefetto Antonello Roccoberton, il presidente del Comitato Comuni confinanti, Dario Bond; i sindaci: quello di Canale, Massimo Murer; Danilo De Toni di Alleghe e, in rappresentanza dell’Unione montana agordina, Mauro Soppelsa di Cencenighe, Fabio Luchetta di Vallada e Mauro Salvaterra di Falcade; oltre alle autorità militari, è sempre gradito ospite Remo Mosole, munifico donatore della bella statua del Beato, collocata davanti alla casa natale.
All’inizio della celebrazione, il parroco don Vito De Vito e il vescovo Renato Marangoni hanno rivolto un saluto ai presenti, dicendosi contenti di vivere con gioia per la seconda volta la memoria liturgica del beato, figlio di questa piccola comunità, orgogliosa come tutta la diocesi di ricordarlo e onorarlo oggi, assieme a tanti fedeli di tutto il mondo, come beato Giovanni Paolo I. Quindi l’omelia vescovo Renato:
Sembra che don Albino anche per la nostra Chiesa di Belluno-Feltre si faccia premuroso suggerendole di “imparare l’amore”, mentre si riscopre “amata di intramontabile amore” da parte di Dio. È il sogno di Chiesa che ha perseguito il beato Giovanni Paolo I e che – immaginiamo – intenda consegnare a noi. Sono ancora le parole di Francesco a dare colore a questo “sogno di Chiesa”: «Con il sorriso Papa Luciani è riuscito a trasmettere la bontà del Signore. È bella una Chiesa con il volto lieto, il volto sereno, il volto sorridente, una Chiesa che non chiude mai le porte, che non inasprisce i cuori, che non si lamenta e non cova risentimento, non è arrabbiata, non è insofferente, non si presenta in modo arcigno, non soffre di nostalgie del passato cadendo nell’indietrismo».
Nel chiudere il suo intervento il Vescovo ha ricordato, la particolare udienza del 5 settembre 1978, quando papa Giovanni Paolo I incontrò Nikodim, metropolita di Leningrado e Novgorod, la seconda autorità del patriarcato di Mosca, che improvvisamente morì tra le sue braccia.
Ne sentiamo l’attualità, per ciò che stiamo vivendo in Europa e dunque nei rapporti tra Chiese. Tutto questo ci testimonia lo sguardo profetico di Giovanni Paolo I e trasmette a tutti noi e alle nostre comunità l’impegno per portare avanti il sogno di Giovanni Paolo I: «Vi assicuro, che mai in vita mia avevo sentito parole così belle per la Chiesa». Le aveva apprese da un fratello della Chiesa ortodossa russa.
Alla fine della Messa il saluto del sindaco di Canale d’Agordo, Massimo Murer, che ha evidenziato e ringraziato per gli sforzi e il grande impegno compiuti continuamente della varie componenti locali (in particolare del volontariato) per assicurare servizi e accoglienza ai sempre più numerosi pellegrini devoti a Papa Luciani che vengono incessantemente in paese a onorarne la memoria, a pregare e a chiedere la sua intercessione.
© Foto Carlo Lorenzi