«Io sono la risurrezione e la vita»

Gesù si presenta come fonte e garanzia di vita

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Il percorso quaresimale collegato alla preparazione dei catecumeni al battesimo, si conclude con la quinta domenica, la prossima, che cade nel corrente anno il 29 marzo. Questo percorso di ascolto e di riflessione lo presentavo nelle ultime proposte di approfondimento, anche come itinerario per chi nella realtà della vita cristiana vi è entrato fin dalla nascita. Esperienza propria della stragrande maggioranza dei cristiani componenti della nostre comunità. Esperienza fatta propria e confermata nel cammino della vita personale.

In particolare il racconto dell’incontro di Gesù con la donna Samaritana e con l’uomo cieco dalla nascita rappresentano nell’annuncio evangelico e catechistico delle proposte esistenziali. Gesù si presenta come l’acqua della vita e la luce dell’esistenza. Ora viene presentata la terza proposta, riassunta nella parola “vita”.

Con Lazzaro annuncio di vita

Il terzo personaggio che incontra Gesù è Lazzaro. Si tratta di un suo amico, fratello di Marta e Maria. Abitante a Betania, a pochi chilometri da Gerusalemme, sulla strada che dal monte degli Ulivi scende verso il Giordano e Gerico.

Il villaggio era diventato un luogo familiare per Gesù ed il gruppo degli Apostoli. L’accoglienza dei tre fratelli era un dono gradito e sicuro. Il loro rapporto di amicizia è ben richiamato dal Vangelo: «Gesù amava Mara e sua sorella e Lazzaro» (Gv 11,5).

In questa famiglia entra l’esperienza della malattia e della morte. Gesù, avvisato della drammatica situazione sembra non preoccuparsi. Invita ad una lettura non preoccupata della vicenda. Al suo arrivo a Betania viene affrontato decisamente dalle sorelle. Rimprovero e speranza di un intervento miracoloso si susseguono nelle parole prima di Marta e poi di Maria.

La frase di risposta alla speranza delle sorelle, contiene le parole più significative e centrali di tutta la vicenda: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me non morirà in eterno» (Gv 11,25-26). L’ultima espressione detta da Gesù è l’interrogativo sulla fiducia di Marta. «Credi tu questo?». Non è però solo un Gesù che si propone come salvatore di fronte al dramma della morte, è il Gesù che piange. Di fronte alla tomba, prima di compiere il miracolo di far tornare Lazzaro alla vita, dice il Vangelo: «Gesù scoppiò a piangere» (Gv 11, 35). Gesù vero uomo che condivide il dolore, fino alle lacrime; Dio e Signore lo richiama alla vita. In questa doppia dimensione della sua persona chiede la adesione della fede. Allora della sorelle, nel Battesimo dei Catecumeni, oggi di ogni battezzato che lo ha incontrato.

“Io sono la risurrezione e la vita”

Questa espressione ai nostri giorni proclamata e sentita nel momento del dolore per la morte delle persone care, era annunciata nella proposta di preparazione del battesimo degli adulti (i catecumeni battezzati la notte di Pasqua) come l’annuncio-promessa di un passaggio dalla morte di una esistenza nel peccato, lontano da Dio, ad una vita secondo lo spirito di Cristo. La stessa immersione nell’acqua era letta come un essere partecipi con Lui della morte per risorgere con Lui ad una vita nuova.

Gesù viene in questa domenica presentato come colui che libera dalla morte spirituale (il peccato, assenza della vita di Dio) e colui che garantisce la vita dopo la drammatica esperienza della morte fisica.

Essere liberati dalla morte fisica con la garanzia di una vita eterna, cioè sempre è annuncio e manifestazione di speranza. Avere la possibilità di uscire dalla morte spirituale, che distrugge anche l’esistenza umana, è altrettanto dono immenso che viene fatto a chi incontra, nella fede, Cristo Gesù.

La domanda rivolta a Marta da parte di Gesù: «Credi tu questo?», è oggi rivolta ad ogni uomo che incontra il Signore Gesù, la sua persona, il suo essere uomo-Dio, la sua proposta di vita, il suo dono della vita per sempre.

Salute fisica e salute spirituale

Stiamo sperimentando tutti, in questi giorni, il dramma della paura della perdita della salute fisica. Sentiamo nel profondo quanto questo dono, forse considerato bene scontato, sia non solo prezioso, ma anche fragile. Lo apprezziamo di più e lo chiediamo oggi con comprensibile e condivisa preoccupazione. Tutti probabilmente trasformiamo questo auspicio in preghiera al Signore, fiduciosa e personale, non accontentandoci di espressioni scaramantiche.

Forse della salute spirituale, della qualità della nostra vita spirituale non sempre siamo stati preoccupati. L’incontro di questa domenica con Gesù che garantisce “risurrezione e vita”, ci invita a vedere nella relazione personale con lui, nella sua proposta la garanzia di questa qualità della nostra vita umana. Il dono dello Spirito che, nella fede in Cristo, il cristiano sente presente nella sua esistenza, diventa vera forza e garanzia di vita nella sua dimensione spirituale. L’amore di Dio che ci abbraccia, in ogni situazione, e il nostro impegno di donare questo amore ai fratelli, ci fa sentire vivi, sempre e comunque. La stessa esperienza della morte delle persone, care ed il pensiero della nostra morte si illumina di una luce che non si spegnerà. Garante è Gesù che ha detto: «Io sono la risurrezione e la vita…».

Giuliano Follin