Venerdì 8 novembre si è tenuta la presentazione del bilancio sociale della Caritas diocesana. L’incontro, che ha anticipato la giornata mondiale dei poveri che ricorre domenica 17, è stato l’occasione per riportare all’attenzione del dibattito pubblico il fenomeno della povertà, che interessa da vicino anche la nostra diocesi (che quasi coincide con il territorio provinciale). Il bilancio sociale, alla sua seconda edizione, ha visto anche quest’anno lo sforzo dei collaboratori della Caritas, assieme ai volontari delle parrocchie e di altre associazioni del territorio, nel collezionare informazioni riguardo ai servizi solidaristico-caritativi svolti nel nostro territorio nel corso del 2023. Questa redazione, che ha richiesto un gran lavoro di relazione e di messa in rete delle informazioni disponibili, diventa oggi fondamentale per molti aspetti, che sono stati sottolineati durante la presentazione: per comunicare e informare, sia sulle attività svolte, ma anche per comprendere le particolarità delle forme di povertà che toccano il nostro territorio, per un’esigenza di trasparenza nell’utilizzo dei fondi (basti pensare che la maggior parte delle attività sono possibili grazie ai contribuiti dell’8xMille che i contribuenti destinano alla Chiesa cattolica), ma soprattutto per fare sempre più rete tra le molte realtà attive sul territorio, che spesso faticano a comunicare per le distanze o per scarsa conoscenza o coordinamento reciproco. Proprio questo aspetto, secondo la Caritas diocesana, ha avuto già nell’anno trascorso particolare rilevanza: «fare un bilancio finale comune di quello che quotidianamente facciamo ci ha aiutati a iniziare a pensarci come una realtà unica, fatta di tanti piccoli servizi-segno che però cercano di andare in una direzione comune».
L’incontro di presentazione
La serata di venerdì, moderata dal nuovo direttore dell’Amico del Popolo, Alberto Laggia, si è aperta con i saluti del vicario generala, don Diego Bardin, per poi passare la parola alle autorità presenti in sala, per tutti il presidente della Provincia, Roberto Padrin. Ha preso poi la parola il direttore della Caritas, diacono Francesco D’Alfonso, che ha introdotto al tema della giornata facendo particolare riferimento al messaggio di Papa Francesco per la, ormai prossima, VIII giornata mondiale dei poveri che quest’anno ha come tema «La preghiera del povero sale fino a Dio» (cfr. Sir 21,5) e che ci prepara anche all’inizio del Giubileo. Questa giornata rappresenta per tutte le Caritas un’occasione straordinaria di animazione che, attraverso la pedagogia dei fatti, sono chiamate a educare alla carità. Nella seconda parte dell’incontro sono seguiti gli interventi di alcuni membri dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse (OPR) della Caritas diocesana; un gruppo ristretto di collaboratori che da alcuni anni si sta occupando di raccogliere, analizzare e comunicare i dati raccolti dall’attività sul territorio a fianco dei più deboli. Gli interventi si sono svolti a cerchi concentrici: prima una panoramica sul fenomeno della povertà in Italia (secondo i dati del rapporto nazionale pubblicato lo scorso giugno da Caritas italiana), poi un focus sul fenomeno in diocesi, così come rilevato dai Centri di Ascolto sul nostro territorio.
Povertà nel bellunese
I dati presentati hanno fornito uno spaccato sia sui profili delle persone che nel corso del 2023 si sono rivolte ai Centri di Ascolto Caritas, sia sugli interventi effettuati. Sono 416 le persone che sono state ascoltate dai volontari della Caritas, un 16,9% in più rispetto al 2022. Tra queste la maggior parte sono uomini (62%), soprattutto stranieri (61%). Cresce drammaticamente la percentuale dei single (65%) che registra un +11% rispetto all’anno precedente. Tra le interpretazioni di questo dato sono stati citati il fenomeno del “lavoro povero”, ovvero di lavoratori che a causa della precarietà dei contratti e del costo della vita si trovano in difficoltà a vivere con un solo stipendio, ma anche i bisogni legati a giovani stranieri maschi che giungono in Italia per richiedere protezione e asilo e che rischiano, per periodi piuttosto lunghi, di vivere in condizioni di precarietà (soprattutto abitativa), senza la possibilità di ricongiungersi alla propria famiglia che spesso attende nel paese di origine. Gli interventi dei soli Centri di Ascolto sono stati più di mille nel corso dell’anno. Gran rilevanza acquisisce l’ascolto in sé, con poco meno di 500 colloqui effettuati nell’anno. Tra gli interventi diretti spiccano gli aiuti per affrontare spese legate all’alloggio (n. 236) e per necessità di beni materiali (n. 229), seguono gli aiuti per spese sanitarie (n. 59).
A conclusione dell’incontro sono state portate all’attenzione dei presenti e delle istituzioni pubbliche alcune forme di povertà che risultano di cruciale urgenza. Tra queste emergono la difficoltà (che a volte diventa quasi impossibilità) di accedere alla casa, in particolare per stranieri che vorrebbero fermarsi in un territorio come il nostro, ma anche per gli italiani che spesso si spostano nella nostra provincia per lavoro, senza garanzie di trovare una risposta alloggiativa, e la necessità di attivare il servizio di Pronto Intervento Sociale, per un intervento h24 per tutti coloro che si trovano in situazioni di emergenza. Infatti, il nostro territorio provinciale non ha ancora questo servizio attivo, benché questo sia obbligo di legge e figuri tra i LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali).
Nel bilancio, che sarà presto reso disponibile in pdf sul sito della Caritas diocesana, sarà possibile trovare ulteriori informazioni (sia dati che narrazioni) rispetto ai servizi svolti, insieme ad alcune brevi testimonianze dei volontari e dei beneficiari della Caritas.