L’evangelista Matteo compagno di viaggio

Il suo Vangelo caratterizza la liturgia della Parola dell’anno liturgico in corso

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L’anno liturgico prevede un lungo periodo, 34 domeniche e relative settimane, denominate “Tempo ordinario”. Nelle domeniche di questa tempo liturgico la struttura della Liturgia della Parola è caratterizzata dalla proclamazione di un brano del Vangelo preso da uno dei tre evangelisti chiamati “Sinottici”. Nell’anno in corso, definito “Anno A”, il testo di riferimento è quello dell’evangelista Matteo.

Matteo apostolo ed evangelista

L’autore del Vangelo denominato “secondo Matteo”, è per tradizione unanime della Chiesa antica l’apostolo, che viene chiamato da Gesù mentre esercitava la sua professione di pubblicano cioè esattore delle tasse. Il racconto di questa chiamata avvenuta nella sua città di Cafarnao, lo si trova nel Vangelo stesso (al capitolo 9,9) e anche negli altri due Vangeli sinottici. La risposta alla chiamata: «Seguimi», è raccontata con una semplice frase: «Ed egli si alzò e lo seguì». Il nome di Matteo nei due vangeli di Marco e Luca è sostituito da quello di Levi, figlio di Alfeo. Per correttezza è da annotare come, nonostante la consolidata tradizione, alcuni studiosi ipotizzano una distinzione tra l’apostolo e il redattore del Vangelo.

Origine del Vangelo secondo Matteo

Alla base del testo che noi conosciamo c’è un “Vangelo” senza alcun titolo o il nome dell’autore. In seguito, siamo nel secolo II, per una distinzione tra i vari testi è iniziata la denominazione “Vangelo secondo…”. Da notare che questa espressione richiama l’unicità del Vangelo, come evento di salvezza realizzato da Cristo, e nello stesso tempo richiama la diversità di testimonianze scritte. In questa prospettiva è preferibile tale denominazione a quella di “Vangelo di….”.

A questo Vangelo iniziale ha attinto l’evangelista Matteo. Egli presenta la sua testimonianza avendo come destinatati-interlocutori i cristiani di origine ebraica. Questi furono i primi destinatari del suo testo. Alcuni passaggi del testo confermano tale criterio di valutazione. Gli studiosi pensano a cristiani residenti nella zona di Antiochia di Siria. Si ipotizza anche una redazione del testo in lingua aramaica pubblicato tra il 40 e il 50. A noi però è giunto solo il testo in lingua greca. La fonte dalla quale l’evangelista attinge sembra essere quella di Marco oppure un’altra fonte chiamata “Fonte Q”. In ogni caso la vicinanza con il Vangelo secondo Marco è significativa.

Caratteristica di questo testo evangelico

Ognuno dei tre Vangeli sinottici ha una sua prospettiva nel presentare la figura di Gesù di Nazareth in riferimento a quelli che dovevano essere i destinatari del testo. In Matteo la figura di Gesù è presentata come quella di colui che porta a compimento la storia e le speranza di Israele. Da notare il collegamento con i grandi personaggi dell’Antico Testamento (familiari ai suoi interlocutori). Tra questi personaggi in particolare viene richiamata la figura di Mosè. Gesù viene indicato come colui che insegna la nuova dottrina della salvezza. Egli è colui che inaugura, mentre lo annuncia, l’avvento del Regno di Dio. I suoi discepoli, da lui invitati a seguirlo, formano la Chiesa, nuovo popolo di Dio. La morte e risurrezione di Gesù rappresentano la manifestazione definitiva della sua identità di Messia, l’unto del Signore. Egli è il Figlio di Dio annunciato dai profeti e ciò trova conferma nelle molte citazioni tratte dalla Scritture ebraiche che l’evangelista inserisce nel suo testo. Ad ogni citazione vengono alla mente i destinatari, cristiani di origine ebraica, conoscitori dii quei testi-profezia.

Contenuti del Vangelo

La caratteristica fondamentale del testo presentato da questo evangelista è quella di presentare gli insegnamenti di Gesù in abbondanza e dando a questi una grande importanza. Tale impostazione ha dato nei secoli attenzione rilevante a questo Vangelo.

Cinque grandi discorsi sono l’articolazione del testo tra i quali sono inseriti racconti della vicenda di Gesù di Nazareth seguendo, di massima, i contenuti dell’evangelista Marco. I discorsi riportati si possono così definire: il discorso del monte (capitoli 5-7); il discorso sulla missione (9-11); il discorso delle parabole (13); il discorso sulla comunità dei discepoli (18); il discorso sugli ultimi tempi (24-25).

Di domenica in domenica questi testi accompagneranno comunità e singoli nella celebrazione-incontro-riscoperta del Cristo, Gesù di Nazareth, il Messia del quale sono chiamati ad essere discepoli.

Giuliano Follin