Pur sotto la pioggia prevista, si è svolta come da programma a Mareson domenica 8 settembre la festa dell’ottantesimo della parrocchia di san Valentino, con l’inaugurazione dei recenti lavori di restauro esterno della chiesa. Un momento atteso e preparato da una comunità piccola, ma ben inserita nel contesto di collaborazione con le altre comunità cristiane della vallata.
La santa Messa pomeridiana, introdotta dal rito di benedizione e aspersione, è stata presieduta dal vescovo Renato insieme ad alcuni dei parroci che si sono succeduti alla guida di questa comunità. Presenti il sindaco, a nome dell’amministrazione civica e alcuni componenti degli organismi di partecipazione ecclesiale: il consiglio pastorale e il consiglio unitario per affari economici.
Nella sua omelia, a commento del vangelo della domenica 23ª del Tempo ordinario narrante il miracolo di guarigione del sordomuto, don Renato si è soffermato molto sull’espressione di stupita gratitudine che la folla esclama a seguito del prodigio: «Ha fatto bene ogni cosa». «Sì – ha affermato il vescovo parlando a un’assemblea composita e attenta – «davvero la certezza che il Signore fa bene ogni cosa ci permette di riprendere ciò che oggi stiamo vivendo: l’anniversario di una parrocchia relativamente “giovane” – ottant’anni sono poco rispetto ai secoli di altre comunità – e il lavoro di restauro che abbellisce la chiesa. Sono tutti segni di un rinnovamento che riguarda noi, la nostra esistenza e il cammino stesso delle nostre comunità: tutti chiamati alla vita nella fede del vangelo».
Un ricordo, dunque, quello del Vescovo, che si è fatto vivo, presente e carico di speranza, citando anche il saluto che il presule di allora, Girolamo Bortignon, inviava alla neonata parrocchia in una lettera riportata sull’edizione straordinaria del bollettino datato 8 settembre 1944 (la cui prima pagina è stata riprodotta ed esposta per questa circostanza): «Ogni nuova parrocchia è un dono di Dio che» – è opportuno chiosare – «fa bene ogni cosa». Riflessioni calzanti che sono state riprese nel saluto di ringraziamento del parroco al termine della celebrazione liturgica. Il segno delle scandole di larice è emblematico di un rinnovamento che, pur nella singolarità di ogni componente, mantiene viva una comunità.
E queste stesse scandole, “fiorite” grazie alla sapiente manualità di tante volontarie, sono state donate ai sacerdoti presenti. Conclusa la celebrazione, è toccato all’architetto Armando De Min illustrare la natura del complesso intervento, compiuto in più fasi su due fronti distinti: il risanamento perimetrale dell’edificio – radicale opera di bonifica delle murature e di drenaggio – e il più evidente rifacimento della copertura della chiesa, attraverso la posa di migliaia di scandole di larice risposte, secondo il gergo, “in terzo”. Un restauro effettuato a regola d’arte, il cui risultato è apprezzabile alla vista di chiunque passi per la borgata di Mareson.
Ma la festa è continuata, nonostante l’imperversare della pioggia, presso il vicino salone parrocchiale dove, con grande plauso dei presenti, il gruppo Folk Val di Zoldo, sostenuto alla fisarmonica da Vincenza Dorigo, ha introdotto il momento conviviale con una breve rappresentazione sui “boscadōr” e i “ciodarót”, mestieri locali di un tempo, affini, ancora una volta, alle “nostre” scandole e segno che, dal passato, si guarda al futuro.
erredienne