Personalmente i racconti delle moltiplicazioni mi hanno sempre affasciato, portano in scena un’immagine di Dio davvero interessante, che si mostra agli uomini non nella potenza del miracolo, ma nella semplicità del dono.
Questo racconto lo riportano tutti e quattro gli evangelisti, evidentemente anche in loro aveva suscitato un sentimento positivo vedere il Maestro che dava da mangiare alle folle! Se proviamo a fare i conti della quantità di pane utilizzato credo che rimarremo sconvolti, se facciamo una conversione in euro sbagliata con 200 euro si compra il pane per un campeggio di 80 ragazzi per una settimana e in ogni caso non è una quantità che si trasporta comodamente a mano… quindi l’idea di utilizzare i soldi per comprarlo viene scartata. Gesù parte da quello che c’è: un ragazzo con cinque pani d’orzo e due pesci e dà da mangiare a cinquemila uomini e per di più ne avanzano dodici canestri. L’evangelista Giovanni volutamente esagera, ma la grnadezza dei numeri ci fa vedere come Dio agisce con sproporzione: per far mangiare quelle persone non controlla che sia la giusta quantità per ciascuno, ma esagera, anzi meglio, è abbondante, non ha paura ad elargire doni quando si tratta di aiutare gli uomini!
Ecco l’unità di misura di Dio: l’abbondanza.
Anche nella prima lettura abbiamo sentito un racconto molto simile, evidentemente Gesù ha preso esempio dal Padre suo per renderlo presente agli uomini, ma questo ci mostra che è proprio dello stile di Dio prendersi cura degli uomini ed elargire doni e benefici in abbondanza; ce ne accorgiamo tutti se ci facciamo attenzione: Dio è molto generoso nei nostri confronti, ci mostra il suo bene in tanti modi.
Un segno di questa abbondanza e generosità lo possiamo riscontrare proprio nei nostri nonni, a cui il papa ha dedicato – da quattro anni – una giornata mondiale. Al di là della difficoltà della nostra società ad accompagnare e custidire gli anziani e nonni, il Papa trova uno spunto interessante nella Bibbia:
La Sacra Scrittura, tutta intera, è una narrazione dell’amore fedele del Signore, dalla quale emerge una consolante certezza: Dio continua a mostrarci la sua misericordia, sempre, in ogni fase della vita, e in qualsiasi condizione ci troviamo, anche nei nostri tradimenti. I salmi sono colmi della meraviglia del cuore umano di fronte a Dio che si prende cura di noi, nonostante la nostra pochezza (cfr Sal 144,3-4); ci assicurano che Dio ha tessuto ognuno di noi fin dal seno materno (cfr Sal 139,13) e che nemmeno negli inferi abbandonerà la nostra vita (cfr Sal 16,10). Dunque, possiamo essere certi che ci starà vicino anche nella vecchiaia, tanto più perché nella Bibbia invecchiare è segno di benedizione.
Sembra quasi che voglia ricordarci una parola che Dio usa spesso nella Bibbia: Non ti abbandonerò! In tutte le fasi della vita, io sono con te; non posso e non voglio abbandonarti! Questo è un altro segno dell’abbondanza di Dio: prendersi cura di noi fino alla fine, lui non ci abbandona. Ognuno di noi poi ha dei ricordi personali carichi di affetto, riconoscenza e amore per i propri nonni perché ci hanno accudito o perché li abbiamo accuditi e il segno che hanno lasciato è indelebile nella famiglia, un po’ come il segno della moltiplicazione.
Al di là di tutte le difficoltà del nostro tempo, i nonni sono una risorsa preziosa per il nostro tempo e un bacino inesauribile di affetto e di fede, anche per questo gli siamo grati.
Facciamo anche noi esperienza dell’abbondanza ogni volta che ci accostiamo all’Eucaristia per ricevere la comunione: quel pezzetto di pane che è il Corpo di Cristo ci nutre… dovrebbe, potrebbe essere, è il nostro alimento: da un frammento così piccolo noi riceviamo nutrimento: è il miracolo della moltiplicazione, ogni volta Dio ci nutre partendo da un po’di pane e ne fa un alimento vero che ci dà vita.