Un episodio di antisemitismo ha fatto parlare della nostra provincia il circuito mediatico nazionale, qualche giorno fa. A parte il cortocircuito concettuale, che attribuisce a un intero popolo le azioni che sono prese in altre sedi, quelle politiche, spiace a noi, cristiani di questa terra, constatare come anche nelle nostre piccole vallate ha preso dimora e non tende a scomparire un antisemitismo di bassa lega, che porta a discriminare gli Ebrei perché Ebrei. Per noi questo atteggiamento non è più accettabile, se mai lo fosse stato in passato.
Come credenti, partecipiamo alla vita sociale e civile e ribadiamo il “no” a ogni discriminazione, ma abbiamo anche una ragione “di fede” nell’impegno a superare ogni forma di discriminazione e, a riguardo, di antisemitismo. Gli Ebrei sono il popolo di Dio; sono il popolo a cui appartengono Gesù Cristo e la sua famiglia terrena, i suoi Apostoli, i primi cristiani. Soffriamo nel vedere che le persone ebree vengono etichettate come tali: questi gesti richiamano alla memoria periodi quanto mai tristi della storia europea, che non vogliamo più rivivere.
La nostra solidarietà è anche con il popolo palestinese, con quello ucraino e con tutti i popoli del mondo che soffrono per la guerra. Ci piacerebbe vedere manifestazioni per la pace con la bandiera palestinese e israeliana sventolate assieme, con quella libanese e con quella di tutti i popoli del mondo. Crediamo che la pace si costruisca a partire dalla giustizia, e anche dall’accoglienza, quella negata ai due giovani di Tel Aviv qualche giorno fa. Saremo lieti di ospitare nelle nostre comunità un amico, anzi un fratello o una sorella ebrei, per porgere le scuse del nostro territorio e ascoltare la loro testimonianza di fede che corrobora la nostra.
Davide Ravasio
Pastore della Chiesa evangelica di Salce
don Giuseppe Bratti
Ufficio diocesano per l’ecumenismo
e il dialogo interreligioso