Il Sinodo? «Un inedito avventurarsi in zone inesplorate». Il commento di qualche mese fa, in occasione di un incontro diocesano, è quanto mai attuale alla vigilia dell’apertura della seconda sessione della 26ma Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che inizia a Roma mercoledì 2 e termina il 27 ottobre (la prima sessione risale a un anno fa, nell’ottobre 2023).
La Chiesa di Belluno-Feltre ha vissuto il percorso sinodale, partecipando al cammino italiano e universale, quest’ultimo nella fase decisiva appunto in questi prossimi giorni.
Tanti i passi compiuti dal 2022 – fase narrativa e dell’ascolto delle persone e dei territori con la valorizzazione dei Gruppi sinodali – attraverso la consultazione sulle priorità riguardanti i giovani e il rinnovo degli organismi di partecipazione e comunione. Nella successiva fase sapienziale, del discernimento (2023-24), lo scambio è continuato, come in tutte le diocesi italiane, nella ricerca di «ciò che lo Spirito dice alle Chiese» e sempre ascoltando le comunità locali. Siamo ora nella fase profetica (2024-25) che vedrà le Chiese italiane maturare delle scelte precise con l’obiettivo di prepararsi alle Assemblee del Cammino sinodale del prossimo novembre e di aprile 2025. Il documento finale verrà consegnato all’Assemblea della Conferenza Episcopale italiana, che si terrà a fine maggio 2025.
Ma torniamo all’evento della Chiesa universale di questi giorni, iniziato con un ritiro spirituale lunedì 30 settembre, predicato dal domenicano padre Timothy Radcliffe e dalla monaca benedettina Maria Ignazia Angelini. Una veglia penitenziale sarà quindi celebrata nella basilica vaticana, a conclusione del ritiro, martedì 1° ottobre alle ore 18.00, presieduta da papa Francesco. Si chiameranno per nome alcuni dei peccati che più suscitano dolore e vergogna, invocando la misericordia di Dio.
Si ascolteranno tre testimonianze di persone che hanno sofferto per qualcuno di tali peccati. «Non si tratterà di denunciare il peccato degli altri, ma di riconoscersi parte di quanti, per azione o almeno per omissione, diventano causa della sofferenza patita da innocenti e indifesi», ha precisato il cardinale responsabile. «Umiliazione e richiesta di perdono sono atteggiamenti profondamente cristiani, ci ricordano che la comunità ecclesiale è fatta da peccatori perdonati»: gli abusi avvenuti al suo interno sono una ferita che ci riguarda tutti.
Il 2 ottobre, dopo i saluti iniziali e la relazione del Segretario generale del Sinodo, è prevista la relazione dei dieci Gruppi di studio su questioni specifiche (tra le quali la missione nell’ambiente digitale, l’ascolto del grido dei poveri, i frutti del cammino ecumenico), del Gruppo di studio dei Vescovi africani, della Commissione canonistica, nonché la presentazione dell’incontro «I parroci per il Sinodo».
I ritmi, come annunciato, saranno più leggeri rispetto allo scorso anno: meno riunioni plenarie, più momenti di pausa per poter riflettere o pregare.
L’intenzione di preghiera di questo mese, diffusa attraverso la “rete mondiale di preghiera”, contiene un appello di Francesco a pregare perché, «nel segno della corresponsabilità», si promuovano la partecipazione e la comunione tra tutti i membri del popolo di Dio e affinché il Sinodo «sia un vero momento di incontro, ascolto reciproco e discernimento comunitario, guidato dallo Spirito Santo».
L’Assemblea di ottobre, con i suoi 368 partecipanti, viene definita «momento cruciale», al termine del percorso triennale, nella consapevolezza che «Siamo corresponsabili nella missione, poiché tutti siamo battezzati in Cristo».
In programma la sera dell’11 ottobre (giorno che ricorda la solenne apertura del Concilio Vaticano II nel 1962), anche una preghiera.
Dalle ultime notizie sull’evento, che rappresentano una novità: i quattro forum, aperti a tutti, che si terranno nelle giornate del 9 e 16 ottobre sui temi «Il popolo di Dio, soggetto della missione», «Il ruolo dell’autorità del vescovo in una Chiesa sinodale», «Reciproci rapporti tra Chiesa locale e Chiesa universale» e «L’esercizio del primato e il Sinodo dei vescovi».
Il commento di un articolista: «wait and see… ricordando l’espressione che tre anni fa apriva l’avventura sinodale: lo scopo del Sinodo non è produrre documenti, ma “far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani”».
Paola Barattin