La comunità cristiana non può essere secondo a nessuno nel sostenere la necessità di un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine.
( Papa Francesco, Spes non confundit, 9).
La Speranza è l’unica cosa di cui ha bisogno la Scuola. Il problema siamo noi, non i cellulari, i ragazzi, la struttura, il sistema … Ha un tono deciso e convincente il professor Franco Nembrini al tavolo dei relatori del Convegno nazionale degli Uffici diocesani per la Pastorale della Scuola e l’IRC , che si è svolto dal 24 al 26 marzo scorso ad Assisi. La Speranza, al centro delle riflessioni e testimonianze dei Responsabili diocesani e regionali, non può essere insegnata, può solo essere vissuta e comunicata per contagio. L’appassionato educatore e insegnante che coinvolge migliaia di giovani negli incontri dedicati alla Divina Commedia, non teme di affermare che i nostri ragazzi “stanno male e si fanno del male”, registrando i segnali di degrado e i disagi nell’ambito scolastico, sociale, familiare. Però punta subito sulla sfida da cogliere: ripartire sempre dalla persona, punto sorgivo dell’educazione. Si può educare sempre, in ogni circostanza; è il nostro un tempo favorevole, come ai primordi della vita cristiana, ai tempi di Gesù; non c’è nulla da perdere o da difendere. Un tempo in cui voler bene ai ragazzi, guardarli, cogliere la nostalgia della speranza che hanno in cuore. Il clima che respirano i nostri studenti è già educativo. Così la letteratura: insegnanti che sanno dialogare con gli autori che propongono agli studenti diventano punti di riferimento e sollecitano al dialogo e alla ricerca di senso.
Numerosi gli interventi di contenuto, le testimonianze, i confronti sul tema scelto: dall’ approfondimento della Parola biblica con il francescano padre Giulio Michelini, alle relazioni sul rapporto Chiesa-scuola del vescovo di Imola Mosciatti e del membro del Comitato Sinodale Triani. Al Santuario della Spogliazione che fa memoria del gesto singolare di San Francesco, i partecipanti hanno ascoltato con commozione Fabrizio Zaggia, insegnante di Religione di Carlo Acutis il giovanissimo beato (domenica 27 aprile sarà dichiarato santo), patrono di internet, sepolto proprio in quella basilica.
Significativa anche la proposta di tre insegnanti di “Rondine, Cittadella della pace” che ospita studenti del quarto anno della Scuola secondaria che provengono da Aree in conflitto e Paesi in guerra. Rondine dà vita alle Community, reti di persone che hanno l’obiettivo di diffondere la mission di Rondine, che mira alla gestione e trasformazione creativa dei conflitti, alla sensibilizzazione ai temi della pace e dell’ambiente. Un metodo non trasmissivo, ma relazionale: si sente l’esigenza e si vedono i frutti nel crescere come comunità educante.
I laboratori tematici hanno visto lavorare i convegnisti sulle esperienze curate nelle diverse diocesi dai Responsabili della pastorale della scuola e sul documento approvato dal Consiglio permanente dei Vescovi, “L’insegnamento della religione cattolica: opportunità di formazione e dialogo”, preparato dalla Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, che sostituirà la Nota per l’IRC del 1991.
L’insegnamento della Religione Cattolica nelle Scuole pubbliche è oggetto di riflessioni sempre più approfondite e anche di analisi – da parte d diversi laici – dei dati degli avvalentisi, essendo disciplina opzionale. Sono diversi gli interventi, anche di vescovi italiani, per nuove proposte che favoriscano un dialogo più significativo sulla pace e il dialogo interreligioso, al fine di sensibilizzare alla frequenza.
Particolarmente attesa la relazione di don Alberto Frigerio, docente di Etica della vita all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano, sull’educazione all’amore, necessaria ma “questione sensibile” soprattutto in ambito scolastico. L’individuazione di linee guida condivise presuppone di chiarire l’orizzonte di senso in cui s’intende collocare l’educazione alla sessualità e all’affettività. Frigerio si è soffermato sugli aspetti della crisi educativa come “fluidificazione identitaria” (che comprende una visione assoluta della libertà) e “sperimentalismo sessuale” che mostra il volto della transitorietà, le relazioni instabili. Amare è decidere di volere il bene dell’altra persona e la strada dell’educazione è mostrare uno sguardo sapienziale sull’umano. Per questo è necessario provocare esistenzialmente a riflettere sul “per sempre” che abbiamo scritto nella nostra interiorità.
Interessanti i progetti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore presentati da Michelangelo Balicco e le sintesi di varie iniziative pastorali di supporto e accompagnamento alla pastorale scolastica, curati dal direttore dell’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università e responsabile del Servizio Nazionale per l’IRC, Ernesto Diaco.
- Testimonianza di un insegnante di Carlo Acutis – Basilica della spogliazione Assisi
- Don Alberto Frigerio
- Celebrazione eucaristica al Refettorietto Basilica S. Maria degli Angeli
- E. Diaco, Nembrini, D. Giacomo (assist nazion)