Proposta del’Ufficio Missionario Diocesano nel mese di ottobre

Veglia missionaria, “Un banchetto per tutte le genti”

Giovedì 17 alle ore 20.30 nella chiesa di Cavarzano la testimonianza di padre Damiano Puccini, missionario in Libano

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Giornata Missionaria Mondiale

Il mese di ottobre, tradizionalmente missionario, trova il suo apice nella celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale che ricorre quest’anno il 20 ottobre. In questa Giornata ogni comunità cristiana si unisce spiritualmente a tutti i missionari inviati nel mondo ad annunciare il Vangelo fino agli estremi confini e, attraverso la raccolta di offerte a favore delle Pontificie Opere Missionarie (POM), ogni comunità che celebra l’Eucarestia contribuisce al sostegno dei missionari sparsi nel mondo e delle comunità più povere di mezzi, quelle che vivono in situazioni di assoluta minoranza e quelle che soffrono controversie e persecuzioni.

La Chiesa, già da un secolo, ha adottato come strumento pastorale le POM, per rendere possibile la partecipazione di tutte le comunità e di tutti i credenti alla missione universale della Chiesa. Attraverso le POM si intende creare tra tutti i cristiani del mondo uno spirito di fraternità universale nella preghiera e nella solidarietà, specialmente verso le Chiese più giovani e bisognose di sostegno.

Un banchetto per tutte le genti

“Andate e invitate al banchetto tutti” (cfr. Mt 22,9) è il versetto dal quale trae spunto Papa Francesco per il messaggio in vista della Giornata Missionaria Mondiale di  domenica 20 ottobre. Il Papa ci invita a rinnovare il dinamismo missionario di ogni battezzato e ci spinge nuovamente a essere una “Chiesa in uscita” per rendere accessibile a tutti la possibilità di partecipare al grande banchetto per tutti i popoli annunciato dal profeta Isaia: «Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati» (Is 25,6).

La parabola che fa da sfondo al tema dell’ottobre missionario di quest’anno ci parla di un banchetto di nozze, imbandito dal re per suo figlio, a cui i primi invitati non partecipano. Il racconto evangelico prosegue, dunque, sottolineando che il re non rinuncia, ma invia di nuovo i suoi servi dicendo loro: «Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze». Nello sviluppo di questo racconto evangelico Papa Francesco mette in risalto tre aspetti della missione della Chiesa e dei suoi discepoli: “Andate e invitate!” (la missione come instancabile andare e invitare alla festa del Signore); “al banchetto” (la prospettiva escatologica ed eucaristica della missione di Cristo e della Chiesa); “tutti” (a missione universale dei discepoli di Cristo e la Chiesa tutta sinodale-missionaria).

Essere missionari nella nostra realtà di oggi significa andare ai crocicchi delle strade del mondo di oggi, disponibili a incontrare ogni tipo di persone e le più svariate situazioni di vita, per portare una parola di accoglienza, di solidarietà e di speranza; e «i discepoli-missionari lo fanno con gioia, magnanimità, benevolenza, frutto dello Spirito Santo in loro (cfr. Gal 5,22); senza forzatura, coercizione, proselitismo; sempre con vicinanza, compassione e tenerezza, che riflettono il modo di essere e di agire di Dio». Tutti gli uomini hanno il diritto di sentirsi invitati all’incontro con il Signore che sogna e desidera per tutti una vita nella gioia e nella fraternità.

La Veglia di preghiera

Anche quest’anno si svolgerà una Veglia di carattere missionario presso la parrocchia di Cavarzano (Belluno) il 17 ottobre alle ore 20.30. Sarà proposto un momento di preghiera, con la testimonianza di padre Damiano Puccini (missionario in Libano) e il mandato missionario a Emanuela Mondin (già in Messico ed Ecuador, in partenza per il Mozambico).

La testimonianza di padre Damiano Puccini 

Padre Damiano Puccini è un sacerdote originario della diocesi di Pisa, amico dei bellunesi e dei feltrini. Missionario in Libano, lì ha dato vita a un’associazione denominata “Oui pour la vie”. Questa ha al centro della propria missione il perdono, la carità e il sostegno verso i bisognosi, indipendentemente dalle loro origini e dal loro credo, a condizione che vivano anch’essi questa forma di condivisione verso il prossimo.

Ai primi di ottobre padre Damiano ci scriveva dal Libano: «Qui, nel Centro-Sud, da una decina di giorni, si assiste a bombardamenti a non finire, insieme all’inizio di un’operazione militare via terra nel Sud del Paese. L’autostrada è percorsa soltanto in direzione Beirut. La nostra missione si trova in mezzo ad alcune zone bombardate, distanti 15 chilometri in direzione Beirut e Sidone. In una settimana il numero degli sfollati è raddoppiato rispetto all’inizio del conflitto. L’alto rappresentante dell’Unione Europea Joseph Borrel scrive che coloro che fuggono dalla guerra a oggi sono circa un milione. Hanno bisogno di tutto, acqua, elettricità, cibo, vestiti, perché moltissimi sono fuggiti soltanto con quello che avevano addosso.  Gli edifici pubblici, come ad esempio le scuole e le chiese, accolgono famiglie sfollate, che dormono per terra o su materassi da ginnastica senza lenzuola e cuscini… disponibili solo per un quarto dei presenti. Scarseggiano il cibo e la corrente elettrica».

I volontari di padre Damiano

«I volontari di “Oui pour la Vie” – precisava padre Damiano – cercano di essere vicini al dolore di tutti. È sempre bello vedere che, se anche questi gruppi quarant’anni fa erano nemici, oggi i poveri di ogni appartenenza frequentano tutti insieme le nostre strutture: cucina, scuola e centro sanitario. Gli aiuti che arrivano sono veramente insufficienti. Il pane, che fino a qualche settimana fa si acquistava a 50mila lire libanesi, oggi ne costa 115mila.  Le donne aiutate dalla nostra associazione hanno cominciato a fare amicizia con le donne rifugiate appartenenti a gruppi che quarant’anni fa hanno massacrato il nostro paese, e le hanno invitate a casa loro per un caffè e per parlare un po’ di tutto. Alcune di queste invitano le nuove arrivate a cucinare specialità del sud e le offrono opportunità di piccoli servizi, cercando di mostrare loro tutto l’affetto possibile, ma nello stesso tempo le pagano per il loro impegno, perché si sentano rispettate nella loro dignità. La nostra associazione continua ancora con la “cucina” di Damour, l’ambulatorio e la casa a Beirut per i test sanitari e per AIDS, droga e alcool, il centro di ascolto per le medicine e la scuola. Sempre per bisognosi di ogni appartenenza. La maggior parte delle scuole nel sud del Libano sono distrutte. Gran parte dei bambini perderà l’anno scolastico, per questo “Oui pour la Vie” ha iniziato ad accogliere i bambini nel centro di Damour per fare una revisione generale dei loro studi. La condivisione tra il nostro team e gli studenti aumenta ogni giorno e la fiducia diventa sempre maggiore. Diversi parenti dei rifugiati si sono offerti di aiutarci nel nostro lavoro. Preghiamo il Signore che la guerra finisca, perché in una guerra non vince nessuno».

Edieffe – Damiano Puccini