Da tre anni le parrocchie del Centro Cadore si ritrovano, nel venerdì che precede il Venerdì Santo, per vivere insieme la Via Crucis, un appuntamento ormai diventato significativo. L’iniziativa, animata dai ragazzi del catechismo, nasce da un lungo lavoro di preparazione che coinvolge numerose famiglie: un gruppo di mamme si occupa della realizzazione dei costumi, mentre un gruppo di volontari, in gran parte padri dei ragazzi, cura ogni dettaglio organizzativo.
Il percorso della Via Crucis cambia ogni anno, con l’intento di attraversare diverse contrade delle due comunità, coinvolgendo così un numero sempre maggiore di parrocchiani. Quest’anno è stata la volta di Nebbiù, che ha accolto la processione con una partecipazione attenta e numerosa.
I protagonisti dell’evento sono i bambini e i ragazzi del catechismo, che mettono in scena le diverse Stazioni della Via Crucis. Nei mesi precedenti, vengono accompagnati da un cammino catechistico pensato per introdurli al significato profondo del Mistero che sono chiamati a rappresentare. Anche i più piccoli, compresi quelli della scuola dell’infanzia, prendono parte alla rappresentazione, formando simbolicamente il “popolo” che segue Gesù lungo le vie del paese, illuminate da centinaia di piccoli lumini.
L’intera celebrazione si è svolta in un clima di raccoglimento, alternando momenti di silenzio, meditazione, preghiera e canto. Molti presenti hanno notato con sorpresa la serietà e la compostezza con cui i ragazzi hanno interpretato i vari momenti, suscitando nei genitori e nei catechisti una certa emozione, quasi increduli per la maturità dimostrata.
La processione si è conclusa nella chiesa parrocchiale, dove l’arcidiacono monsignor Diego Soravia ha accompagnato i fedeli nella parte finale del rito, introducendo la Via Lucis pasquale. A conclusione della serata, la sindaca di Pieve ha voluto esprimere il proprio apprezzamento ai partecipanti, sottolineando come l’evento sia stato «suggestivo e coinvolgente».
© Foto di Franco Oliveri