Camminiamo insieme nella speranza

Omelia nel Mercoledì delle Ceneri - Chiesa di Santo Stefano in Belluno
05-03-2025

Gl 2,12-18; Sal 50 (51); 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6. 16-18

Sì, è “pasquale” il dono della Quaresima che oggi, ancora una volta, iniziamo! «Dio è Amore»: questa rivelazione manifestata nelle Sante Scritture è il pico più alto e profondo dei nostri pensieri e dei nostri affetti. Se «Dio è Amore», Egli è anche Vita che non smette di ricominciare con noi, di aprire a noi un cammino nuovo da percorrere con Lui, di affidarci un nuovo tempo per assaporare la sua amicizia, di offrirci una primavera con gemme che spuntano e fiori che profumano. Il Vangelo ci ha appena riconsegnato l’invito amoroso di Gesù: «Profùmati la testa e làvati il volto». La Quaresima è il tempo totalmente proteso verso la Pasqua ed è, dunque, il nostro tendere a risorgere con Cristo.

Se noi ci accontentiamo soltanto di guardarci attorno e di sondare il nostro sentire interiore, siamo tentati dalla malinconia, dall’ipocrisia, da una certa «aria disfatta». Queste nostre reazioni equivalgono a quanto abbiamo appena ascoltato nell’avvertimento di Gesù: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli». Le premure e la cura che Gesù rivolge ai suoi discepoli dischiudono uno sguardo aperto, sospingono verso un orizzonte di libertà, immettono nella profondità e bellezza dell’amore senza pretendere che «la tua sinistra sappia ciò che fa la tua destra». È il nostro essere tirocinanti sui passi di Gesù. Non dimentichiamo la delicatezza e l’amorevolezza della sua chiamata: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28).

Nell’Anno Santo, che stiamo accogliendo e vivendo, comprendiamo che Dio trasfigura i nostri giorni pieni di tante cose da fare, di tappe da perseguire, di affanni da portare, di debiti da scontare, di paure che ci inquietano, di mancanze che ci condannano, di vuoti che ci angosciano… li trasfigura nell’«anno di grazia del Signore» (Lc 4,19). Come il profeta Isaia aveva prefigurato e, poi, come lo stesso Gesù ha annunciato, nel suo «oggi» ai poveri è dato «il lieto annuncio […], ai prigionieri la liberazione, ai ciechi la vista» e agli oppressi la libertà (cfr. Lc 4,18).

La Quaresima giunge – come puntuale fedeltà di Dio – a portare un tempo favorevole di rinnovamento, di indirizzo pasquale, di affidamento alle sorprese dello Spirito, di promessa di pace, di sollecitudine fraterna, di speranza «che non delude». La Pasqua di Gesù rovescia i tempi sconcertanti, deludenti e cattivi. Portiamo nel cuore la supplica fatta «in nome di Cristo» dall’apostolo Paolo: «Lasciatevi riconciliare con Dio». Accogliamo questa strepitoso rovesciamento: «Colui che non aveva peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio».

Questo può l’Amore di cui, da sempre, siamo stati amati!

La Quaresima si offre a noi come un itinerario sacramentale che ci avvicina alla Pasqua di Gesù, come un “sacramento” che ci rende partecipi del mistero pasquale di Gesù. È un “annuncio” ed è un “sacramento” affidato alla Chiesa affinché, quale umile discepola di Cristo e serva di tutta quanta l’umanità, lo porti e lo condivida “ancora, ancora, ancora”, a “tutti, tutti, tutti”.

Per questo non possiamo ridurre la Quaresima a un “museo di pratiche sacrificali”, a un’“organizzazione di cose da fare”, a un “devozionismo ripetitivo e individualista”.

Le tre parole che Papa Francesco – a cui va un abbraccio di umanità e di speranza – ci ha consegnato nel suo messaggio – Camminiamo insieme nella speranza – sono da incidere dentro di noi: nella quotidianità dei nostri impegni, nella semplicità dei nostri incontri, nella verità delle nostre parole, nella sorpresa dei nostri sogni, nella bontà dei nostri affetti, nella fragilità della nostra preghiera, nel delicato e fraterno rialzarci a ogni caduta: Camminiamo insieme nella speranza!