Isaia 9,1-6; Sal 95 (96); Tito 2,11-14; Luca 2,1-14
È davvero insolita questa notte! Per quale ragione siamo qui?
Vorrei cogliere un particolare dal racconto evangelico appena ascoltato. Dei pastori, coinvolti nella vicenda della nascita di Gesù, è detto che «furono presi da grande timore». E a loro l’angelo dice: «Non temete…». Così Dio inizia sempre il suo parlare con noi. Maria lo aveva sperimentato all’annuncio che l’angelo le aveva fatto. Anche Giuseppe in sogno era stato invitato a non temere.
Vorrei raggiungere il cuore di ciascuno di voi per deporre lì questo stesso invito: Non temere!
Dio si affianca così in ogni vicenda umana. Sembra non farsi sentire, lo percepiamo lontano e indifferente, non cogliamo l’efficacia storica del suo intervenire, non si capisce dove voglia condurci…
Ed ecco, lui viene e sussurra: Non temere!
La novità del bambino di Betlemme scaturisce da questa parola rassicurante: Non temere!
Si apre così davanti a te una promessa.
Sì, sono tanti, anzi sono troppi i motivi per cui temiamo. La paura è sempre lì alla nostra porta. Ci imbattiamo sempre con essa. Oramai i nostri pensieri la trasudano in ogni circostanza e i nostri sentimenti rischiano continuamente di esserne contaminati.
I nostri rapporti e i nostri legami sono trattenuti da un’ossessione di sicurezza che non ci fa più capaci di guardare al futuro con attesa, con crediti di fiducia, con la passione e la cura degli inizi e la coltivazione dei germogli…
Come il bambino di Betlemme, «avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia», ogni figlio/figlia di questa terra, ognuno di noi è raggiunto dalla parola generatrice di Dio: Non temere!
Auguro un Natale in cui possiamo riconoscere più profondamente la promessa che Dio ci ha donato nel bambino nato da Maria.
Ho riconosciuto traccia di questa promessa nelle parole che un detenuto oggi nella Casa penitenziaria mi ha rivolto. Le sento come un’attualizzazione per tutti noi di quel Non temere rivolto ai pastori come anche a Maria e a Giuseppe.
Per me è stato duro aspettare il Natale. Non ho potuto essere presente nel momento della nascita dei miei gemelli. […] Quello che mi sta a cuore è fare a loro da papà.
Chiedo a lei di essere battezzato. Questo mi viene dal cuore, perché vorrei far crescere i miei figli con la fede della mamma.
[…] Spero che lei possa aiutarmi ad incominciare un percorso entrando in una comunità cristiana. Quel giorno sarà molto bello e importante per me e per la mia famiglia, come il Natale e la nascita di Gesù.
Mi chiedo se noi come comunità cristiana sapremo dire con il cuore: Non temere! e avere la disponibilità di Maria ad accogliere, custodire e far crescere i germogli di speranza annunciati e promessi…