E io che cosa cerco?

Intervento Veglia diocesana di Pentecoste dei giovani - Santuario del Nevegal
08-06-2019

È rimasta aperta la domanda: E io cosa cerco? Abbiamo assaggiato un pezzo di pane: era “insulso”…

Per questa insulsaggine è quasi istintivo un gesto di “schifo”. E dovrebbe venire la voglia di cercare ciò che manca: quel “salato” che mi dà gusto…

Coraggio, di “insulsaggine” ne abbiamo tutti. Chissà quante volte ti sei trovato col gusto dell’insipido nelle tue cose, nella tua vita, nelle tue amicizie, a casa tua, a scuola, in quello che hai cercato in un amico, in un’amica…

Gesù in questo grido che lancia, «nel grande giorno della festa […] ritto in piedi […]: “Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me”», ci fa capire che si tratta di sete, che siamo assetati. Ci invita a non restare con l’insipido in bocca, ma a scoprire che si tratta di sete, che in realtà siamo assetati e che dobbiamo cercare ciò che disseta, dobbiamo bere…

È eccezionale Gesù: ve lo immaginate dritto come non mai, grida come un forsennato. C’è tanta gente perché si tratta di una grande festa. Sembra gridarci: «Svegliatevi fuori, rendetevi conto che avete sete…».

 

Sì, Signore, è vero: ho sete. Tu mi hai capito. Sono insoddisfatto. Non provo gusto e tante cose, persone che incontro e fatti che mi succedono li sento “insipidi”, senza sale. Anch’io mi scopro così!