At 12,1-11; Sal 33 (24); 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19
La nostra preghiera di “colletta” ha ridestato in noi la consapevolezza che spesso va in ombra nel nostro celebrare, a volte addirittura la scordiamo. Ci siamo rivolti a Dio Padre dicendogli: «…ci doni la grande gioia di celebrare…». Dunque non posso che auguravi ciò che abbiamo manifestato al Padre. Sì, vi auguro “una grande gioia” in questa celebrazione!
Vorrei coglierne i motivi. La concattedrale è dedicata a San Pietro. Oggi la Liturgia non lascia lo solo, proprio lui che abbiamo quasi sempre presentato nella sua unicità in rapporto a Cristo. In realtà gli evangelisti Matteo e Marco ci dicono che fin dall’inizio, dalla stessa chiamata da parte di Gesù, Pietro non è da solo e unico, ma è assieme al fratello Andrea e subito dopo vengono uniti i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni. Così racconta anche Marco. Luca ci offre un racconto originale sulla chiamata di Pietro. Da Nazareth, dove Gesù si era presentato nella sinagoga, egli scende a Cafarnao entra nella casa di Simone e guarisce sua suocera. Poi in riva al lago sale sulla barca di Simone; accanto ce ne sta un’altra. Dalla barca Gesù parla e insegna alle folle. Poi ordina ai pescatori di iniziare una nuova pesca, nonostante nella notte loro non avessero preso nulla. Subito Gesù passa dal “tu” detto a Simone, al “voi” e si rivolge anche agli altri compagni. Anche Simone impara a rispondere a Gesù con il “noi”. Ancora l’evangelista Luca narra che nell’ultima cena Gesù dice a Pietro: «Io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,32). Anche il IV Vangelo racconta la chiamata di Pietro: essa è veicolata dal fratello Andrea che per primo, su indicazione del Battista, aveva incontrato Gesù.
Oggi la nostra gioia in questa celebrazione deriva dal dono della chiamata di Pietro: Gesù non chiama dei solitari, degli individui staccati dagli altri, ma chiama in modo personale per essere con gli altri. Così è tutto il vangelo. La Liturgia oggi compone insieme due evidenti diversità: la vicenda di Pietro e la vicenda di Paolo.
Carissimi ecco la gioia grande di questa celebrazione! Anche oggi si diventa discepoli così, con le nostre originalità e diversità, ma con un metterci insieme che è chiamata di Dio, rivelazione di Gesù, opera dello Spirito del Risorto. Abbiamo molto da accogliere e da elaborare sulla gioia dello stare insieme nella Chiesa.
C’è, inoltre, un secondo motivo, nella preghiera di colletta, di questa gioia di celebrare la solennità dei SS. Pietro e Paolo. Abbiamo chiesto: «Fa’ che la tua Chiesa segua sempre l’insegnamento degli apostoli, dai quali ha ricevuto il primo annuncio della fede». Ci sono cristiani che si arroccano nel privilegio di possedere loro il “primo annuncio della fede”. Dicono che il cammino di fede della Chiesa è erroneo, condannano a destra e a manca, inventano una loro dottrina, evidentemente per loro il papa è sbagliato… No: “il primo annuncio della fede” viene dagli apostoli! Dalla loro testimonianza d’amore a Cristo, dalla loro esperienza non perfetta, ma confermata dallo Spirito Santo, derivano i vangeli. Possiamo dire che la Chiesa è apostolica e, dunque, è evangelica. Ecco l’insegnamento degli apostoli che è motivo oggi di grande gioia! Questo umile e non perfetto tirocinio di essere Chiesa insieme ci fa essere nel Vangelo. Un Vangelo che necessita sempre di ripartire dal “primo annuncio della fede” che ci viene comunicato a partire dall’insegnamento degli apostoli.
Infine un terzo motivo di grande gioia: oggi la sensibilità evangelica e apostolica ci fa scoprire un aspetto che è rimasto “sotto traccia” nei secoli, anzi addirittura nei due millenni di cristianesimo. L’insegnamento apostolico accolto e approfondito ci aiuterà, nel prossimo futuro, a cogliere – accanto a Pietro e agli altri apostoli -il dono della fedeltà a Gesù da parte del gruppo apostolico di donne – innanzitutto Maria di Magdala – che Gesù Risorto ha interpellato per prime e mandato. Anche questa apostolicità è dono di grande gioia in questa solennità dei santi Pietro e Paolo.