La Bibbia e il giornale

Nel 30° anniversario del primo numero de "Il Corriere delle Alpi" (1994-2024)
27-09-2024

Al tempo in cui iniziava l’impresa giornalistica del Corriere delle Alpi, vi era ancora, in ambiente religioso, l’eco di un detto che circolava negli anni del post-Concilio: occorre pregare avendo tra le mani la Bibbia e il giornale. Sembra oggi un abbinamento azzardato, un accostamento ingiustificato. In realtà suggerisce un’interessante e originale chiave di lettura. Non c’è semplicemente una cronaca da costruire, non ci sono solamente delle notizie da dare, degli eventi da far conoscere, delle storie da raccontare. Tutto questo è anche un significato a cui accedere, un senso da individuare, una realtà da sondare, una verità da ricercare, una visione d’insieme da condividere.

I trent’anni di vita del Corriere della Alpi, in tale prospettiva, suscitano il pensiero di ciò che è stato riversato in questo territorio come conoscenza dei fatti, come esperienza del reale, come approfondimento dei vissuti, come storia di comunità, come racconto di essa a più mani, come orizzonte di speranza in cui confidare.

Il “giornale” è ancora una gran cosa, custodisce un’esigenza intramontabile. Anche nel passaggio dal cartaceo al digitale, c’è sempre bisogno di “giornale”. Ogni mattina io scorro le notizie e gli articoli del Corriere delle Alpi: ciò mi contestualizza e immette i miei pensieri e stati d’animo, come anche le prospettive di impegno, in un intreccio di vita che non può essere mai privatizzato. Mi stimola molto questa funzione-finalità comunitaria di ciò che comunica un giornale. Ti senti in una storia ancora da scoprire, magari da abbellire e migliorare, come un disegno da colorare. E senti che è anche tua la professione del giornalista…

Mi piacerebbe dire al Corriere delle Alpi che c’è una montagna di bene da imparare a percorrere, seppure in sentieri arditi e faticosi. È un bene sopito, trattenuto tra le rocce, frammentato ovunque, a valle come nei dirupi. Sembra poco accessibile e solitamente non alza la voce. Fa, dunque, poca notizia.

Questo nome di giornale è davvero interessante e si fa promettente: si chiama “corriere”, dunque corre e porta; si dichiara “delle Alpi”, dunque sa scendere a valle ma anche risalire in alto… Che non manchi il coraggio di questa libertà e di questa verità! Auguri.

+ Renato Marangoni