Capitolo dei Canonici della Cattedrale di Belluno

Il Capitolo dei canonici ha esercitato nel corso dei secoli importanti funzioni nella vita della diocesi di Belluno. Oggi è il collegio di presbiteri, ai quali spetta assolvere alle funzioni liturgiche più solenni in Cattedrale (can. 503). Il Capitolo ha propri statuti, approvati dal Vescovo diocesano (can. 505).

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Membri del Capitolo

mons. Attilio Zanderigo Iona (dal 2013, decano dal 2014, arciprete dal 2016)
mons. Antonio De Fanti (dal 1975)
mons. Rinaldo Sommacal (dal 1982)
mons. Giacomo Mazzorana (dal 1993, amministratore)
mons. Attilio Giacobbi (dal 2003)
mons. Giulio Giacobbi (dal 2011)
mons. Diego Bardin (dal 2022)
mons. Paolo Cavallini (dal 2022, penitenziere)
mons. Davide Fiocco (dal 2022, teologo)
mons. Giorgio Lise (dal 2022, segretario)

Canonici onorari

mons. Ottorino Pierobon (1970-1982)
mons. Renato De Vido
(2004-2011)
mons. Pietro Bez (2005-2011)

Mansionari e “Berlendisti”

don Gigetto De Bortoli (dal 1983)
don Giuseppe Bratti (dal 2005)

Cerimoniere capitolare

don Alex Vascellari (dal 2022)

 

 


Nota storica

Il Capitolo della Cattedrale di Belluno è antichissimo. Da due documenti – il primo dell’853 (donazione del vescovo Teodaldo), il secondo dell’873 (donazione delle decime dell’Oltrardo da parte del vescovo Aimone) – se ne può dedurre l’esistenza fin dai primi decenni del secolo IX. Fin dall’inizio i Canonici erano nove e, nel sec. XIII, ciascuno ebbe la propria distinta prebenda. Capo del Capitolo fu sempre il Decano, «prima post pontificalem dignitas»: nella serie dei Decani si riscontrano nomi Illustri, come il card. Pietro Colonna e il letterato Pietro Bembo.

I possedimenti capitolari erano notevoli, sia nel territorio diocesano come nella pianura trevigiana. Oltre alle singole prebende, vi era la “massa”, ossia il patrimonio del Capitolo come tale, tra cui le “Canoniche”, l’attuale sede della Curia diocesana, il Monte “Premezze” a Santa Maria delle Grazie, i tre Monasteri-ospizi di Vedana, Agre e Campodatino, ceduti nel 1458 ai monaci Certosini.

Nel 1565, in ossequio ai decreti del Concilio di Trento, il vescovo Giulio Contarmi istituì l’ufficio di Canonico Penitenziere. Nel 1566 il canonico Camillo Graziani di Ceneda fondò, con un cospicuo lascito, la decima prebenda, destinata al Canonico Teologo.

Compito del Capitolo, oltre all’ufficiatura della chiesa Cattedrale e al governo della Diocesi “sede vacante”, era anche quello di sovrintendere alla cura d’anime della città, attraverso l’opera di due sacerdoti detti “sacristi”, di cui si conoscono i nominativi fin dal 1298 e che divennero “parroci” nel 1834 (zona urbana). Anche l’immediata periferia cittadina dipendeva dal Capitolo (zona suburbana), che provvedeva alla nomina di sei cappellani, tutti residenti presso il Duomo.

Dalla fine del sec. XVIII, le parrocchie di città e suburbio divennero progressivamente autonome, ma furono di giuspatronato capitolare fino al 1956. Nel 1693 il vescovo Giulio Berlendis fondò in Cattedrale la Commissaria che porta il suo nome, con l’intento di fornire ai sacerdoti della città non appartenenti al Capitolo un incentivo per la partecipazione alle celebrazioni corali. Va, inoltre, rilevato che la Cattedrale di Belluno ebbe sempre al suo servizio, oltre ai Canonici, un certo numero di sacerdoti detti “beneficiati minori” o “altaristi” o “mansionari”: si ha memoria di quindici benefici minori, ultimamente ridotti a sei.

Nel 1963 ai dieci canonicati esistenti se ne aggiunsero altri due, di nuova erezione, con il titolo di san Lucano e dei santi Ermagora e Fortunato. Nel 1966 il Parroco di Santa Maria Assunta nella Cattedrale divenne Canonico Arciprete e seconda dignità del Capitolo, in analogia a quanto già da tempo in vigore presso altre Cattedrali della regione e con lo scopo di rendere più agevoli e pastoralmente utili i rapporti tra Capitolo e Parroco.

Negli ultimi due secoli il Capitolo ha visto progressivamente ridursi sia la consistenza patrimoniale, come le attribuzioni, i privilegi, le insegne. Oggi il patrimonio è costituito da beni improduttivi, anche se preziosi e onerosi per la custodia o la manutenzione: la Biblioteca Lolliniana (lascito del vescovo Lollino 1625), l’Archivio Capitolare (che custodisce alcuni tra i documenti più antichi del Bellunese), i doni di papa Gregorio XVI. I titoli di rendita, ultimo residuo del patrimonio immobiliare demaniato nel sec. XIX e dell’affrancazione delle decime d’Oltrardo, sono di entità trascurabile e il reddito è appena sufficiente a coprire le spese vive, con conseguente assenza di ogni cespite per le distribuzioni corali.

L’attività del Capitolo è ridotta quasi esclusivamente al servizio e alla cura della Cattedrale, divenuta Basilica Minore con “Motu proprio” di papa Giovanni Paolo II in data 28 giugno 1980: il gesto pontificio ha voluto onorare la memoria di papa Giovanni Paolo I, già “mansionario” e canonico della Cattedrale di Belluno.

A seguito delle norme post-concordatarie circa gli Enti ecclesiastici, il Capitolo ha avuto il riconoscimento della personalità giuridica civile con Decreto del Ministro dell’Interno in data 7 agosto 1987.

(tratto dallo Statuto approvato da mons. Ducoli il 18 novembre 1989)