A cura di don Giorgio Aresi (6ª domenica di Pasqua - anno C)

Facile a dirsi, ma la decisione taglia

Paolo, Barnaba e gli Apostoli hanno bisogno di vedere insieme le cose per capire

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Facile a dirsi, ma la decisione taglia come una lama affilata. Taglia tra “prima e dopo”, tra “questo e quello”, tra “ciò che scegli e ciò che non scegli”. È facile scegliere una stella, è difficile lasciare tutte le altre… (http://www.marcellopolito.com/?p=170)

In queste parole, così semplici e vere, c’è la verità di quei momenti che nella vita sembrano tra i più difficili da vivere. Quando ti accorgi che sei chiamato a fare una scelta. In ogni circostanza che ti può accadere: quando due persone si amano e si accorgono che sta arrivando il momento delle “decisioni”, quando magari hai capito quel giorno che tu e la persona che ami avete desiderato e voluto un figlio. Quando nel cuore ti sei accorto, magari dopo gli studi dell’Università, che nella tua strada di vita Qualcuno ti chiamava a seguirlo nella strada della vita sacerdotale. O quando di fronte a tante difficoltà e incertezze, quando il lavoro si fa incerto, devi scegliere se lasciare un posto e cercarne altro.

Quante volte nella vita viviamo dentro questi momenti, quando senti che la tua vita deve fare una scelta, e ti accorgi che tutto è per il tuo bene e il bene di chi è accanto a te. Ma quanto ha ragione quel giovane ha scrivere: facile scegliere una stella, è difficile lasciare tutte le altre… E allora dobbiamo avere paura di quei momenti della vita che chiedono di scegliere e magari non capisci quale sia la cosa giusta?

La Parola di questa 6ª domenica di Pasqua, ci aiuta a capire, pensando al modo che un cristiano può avere di vedere le cose, la propria vita, le relazioni che vive e le scelte che può fare.

Prendiamo la prima lettura, gli Atti degli Apostoli ci raccontano una difficoltà della prima comunità cristiana… Ci sono differenze di vedute, bisogna fare una scelta. Ma è il come si arriva a quella scelta che fa capire.

«In quei giorni, alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: “Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati”. Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione» (At 15,1-2).

Qui c’è qualcosa che fa capire. Di fronte ad una difficoltà, qui non c’è nessuno che improvvisa una scelta e tanto meno decide solo di testa sua. Paolo e Barnaba, che discutono con alcuni cristiani giudaizzanti, vanno a Gerusalemme dagli Apostoli. Nessuno decide di suo; perché di fronte a una difficoltà e a una scelta non si può essere lasciati soli.

Questo è quello che possiamo capire anche noi – che siamo come loro comunità cristiana – e che viviamo la nostra vita quotidiana – o almeno ci proviamo – da cristiani. Anche nella nostra quotidianità ci sono passaggi di incomprensione, di fatica, di vedute diverse (in ogni ambiente della nostra vita) e di scelte… ma è proprio in questi momenti che possiamo capire che se abbiamo la presunzione di avere ragione, se non vediamo al di là delle nostre ragioni, se vogliamo decidere da soli – anche per gli altri – qualunque scelta faremo, sarà sempre sbagliata.

Paolo, Barnaba, e gli Apostoli hanno bisogno di vedere insieme le cose per capire. Nessuno di noi può capire quale sia il bene della sua vita e per la sua vita e per quella di chi gli è accanto se non si apre ad ascoltare anche l’altro. Ma non solo aprirsi all’altro… C’è una frase ancora della prima lettura che ci fa capire:

«È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie» (At 15,28).

Per chi è credente non c’è scelta nella vita, non c’è passaggio difficile da fare, non c’è momento nel quale si deve capire cosa fare se non ci si fida anche di Dio. Se non ci si accorge che proprio in questi momenti a parlare è Dio, che prende il tuo cuore e ti rende consapevole che Lui parla attraverso anche chi è vicino a te – e magari non la pensa come te –, che proprio quando come Paolo, Barnaba e gli Apostoli, lasci cadere il tuo punto di vista come l’unico allora Dio arriva a tracciare la strada vera, quella che porta alle scelte giuste.

Se non vediamo Dio dietro questi momenti, allora sarà difficile vivere ogni nostro momento e relazione, fare ogni scelta da credenti che si fidano che alla fine Dio è Lui che ti prende per mano e ti fa capire la cosa giusta.

E qual è allora il risultato? Che cosa accade nella mia vita se non impongo il mio punto di vista sempre e ovunque, se prima di scegliere non decido la prima cosa che mi passa per la testa, se in quel momento non la penso come quella persona e mi viene il nervoso…ma mi apro all’altro, accetto di ascoltare chi non la pensa come me, mi lascio dare consiglio da chi mi fido, mi confronto e mi apro con chi amo?

Succede che senti vere e che diventano realtà le parole di Gesù nel Vangelo, che sono il “discorso di addio” di Gesù.

«Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.  Vi lascio la pace, vi do la mia pace» (Gv 14,26-27).

Noi – forse non ce lo ricordiamo abbastanza – abbiamo lo Spirito Santo, siamo abitati dallo Spirito Santo, che è l’Amore di Dio in Persona: e tra i doni che ci vengono dati c’è la “sapienza e il consiglio”. Questo vuol dire che aprire il cuore a Dio, capire che nei momenti più delicati della nostra vita è Dio che ci sta parlando, allora non ci fa essere istintivi ogni volta, ma ci dà la forza e la pazienza di pensare, capire, intuire senza fretta cosa è giusto o sbagliato, cosa è bene o è male per me e gli altri in quel momento.

Alla fine non è facile… perché? Perché bisogna fidarsi più di Dio che di se stessi. E qualunque scelta si faccia nella vita, anche quella che Dio ti traccia nella vita, non è mai facile da accettare, perché lo sappiamo: facile scegliere una stella, difficile lasciare tutte le altre.