A cura di don Matteo Colle (21ª domenica del tempo ordinario - Anno C)

Non disprezzare la correzione del Signore

...perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

«Fratelli, avete già dimenticato, l’esortazione a voi rivolta come figli: “Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio”» (Eb 12,5-6).

Due possono essere i punti di vista davanti al Signore che si manifesta nella mia vita e che tenta benevolmente di correggermi. Guardiamoli assieme.

Iniziamo dal punto di vista del peccatore: “Certo che la correzione mi crea un certo fastidio… Sono nato libero e voglio continuare ad esserlo! Ogni volta che una persona mi corregge ed entra nella mia vita con arroganza sento un irrefrenabile impulso di ribellione. Non sia mai che qualcuno pretenda di venire ad insegnarmi che cosa devo dire e ancora meglio quello che devo fare”.

Da un certo punto di vista possiamo lodare il carattere forte di questo signore o signora che con fermezza rifiuta di scendere ad alcun compromesso. Ma il frutto della preghiera risiede proprio nella docilità di chi vive in punta di piedi e desidera essere sempre attento ai segni che il Signore semina nel nostro cammino. Ecco che allora l’anima santa volentieri accetta il consiglio: è un aiuto prezioso che l’aiuta a rendersi conto di alcuni aspetti della sua vita.

Ritorniamo ora al nostro versetto: «Non disprezzare la correzione del Signore…». Continuiamo dal punto di vista dell’anima santa: “Ti ringrazio Signore che mi hai mandato questa persona a dirmi queste cose. All’inizio le sue parole mi hanno fatto soffrire, perché veramente ho cercato di fare del mio meglio. Nonostante tutto ci sono ancora delle cose che non vanno bene e di questo ne sono rattristato. Però devo riconoscere che nella sua critica riesco a scorgere dei segni di verità e il suo intervento mi ha aiutato a comprendere degli aspetti di cui non avevo tenuto conto”.

Sono due modi diversi di accettare la stessa correzione.

Andiamo però avanti e scopriamo assieme la seconda parte del versetto che risulta essere particolarmente interessante:

«perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio» (Eb 12,6).

È proprio perché provo un grande affetto per te che sono disposto a donare il mio tempo per te, a consigliarti e a mostrarti la via del bene. Ecco la misura dell’amore. Essere disposti a donare una correzione. Correndo il rischio di non essere sempre ad ogni costo simpatici.

Oggi il ruolo del genitore rischia di scivolare nel ruolo di fratello e sorella maggiore che “sorveglia” il figlio durante la sua crescita. Ma l’educazione richiede anche correzione che non sempre viene vissuta con entusiasmo. I figli capiranno domani, quando saranno adulti, quando a loro volta diventeranno genitori. Allora, da persona matura, potrò elevare il mio Grazie a mio padre e a mia madre, che mi hanno insegnato a vivere, che mi hanno donato il loro tempo, correggendomi.

A tutti i genitori, ringraziandoli di aver accettato il dono della vita, elevo l’augurio più caro che i loro sforzi vengano ampiamente ricompensati.