Firmato da UCEI, UCOII, COREIS, Moschea di Roma e CEI

«Nessuna sicurezza sarà mai costruita sull’odio»

Appello di cristiani, ebrei e islamici alle Istituzioni, ai cittadini e ai credenti in Italia

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Un appello comune per frenare l’odio e rilanciare il dialogo. È il documento diffuso a Roma il 29 agosto 2025 da rappresentanti delle comunità ebraiche, cristiane e musulmane in Italia, con la convinzione che sia urgente promuovere ogni iniziativa capace di favorire la convivenza, il rispetto reciproco e la pace.

Il testo, rivolto alle istituzioni, ai credenti e ai cittadini, richiama alla responsabilità individuale e collettiva di fronte ai conflitti che insanguinano il Medio Oriente e alle tensioni che rischiano di ripercuotersi anche sul nostro Paese. «Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, cerca e persegui la pace»: è il Salmo 34, 15, citato nel documento, che raccoglie anche un passo del Nuovo Testamento e del Corano come richiamo universale contro ogni violenza.

Il rischio della strumentalizzazione

I firmatari denunciano l’abuso della religione come strumento di contrapposizione e il pericolo delle «pericolose generalizzazioni e dannose confusioni tra identità politiche, nazionali e religiose». Si tratta, osservano, di derive che alimentano fanatismi e falsi miti di giustizia, fino a legittimare odio e violenza.

Il documento mette in guardia anche da un uso distorto della comunicazione: la propaganda, affermano i leader religiosi, può alimentare antisemitismo, islamofobia o vecchie avversioni contro il cristianesimo cattolico, invece di favorire un confronto costruttivo. Da qui l’appello a difendere i testi sacri da letture strumentali che «volgarizzano e corrompono le interpretazioni» per giustificare le armi.

Un percorso comune

Il richiamo centrale è alla necessità di una convivenza responsabile, fondata sulla «sacralità della vita e sulla santità della terra come doni di Dio che nessuno possiede in esclusiva a discapito dell’altro». Per questo, i leader religiosi sollecitano incontri diretti tra vescovi, rabbini e imam, con modalità semplici e non convenzionali, come segno concreto di fraternità.

Il documento si inserisce in un percorso già avviato. Nel luglio scorso l’arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Zuppi, e il presidente della Comunità ebraica di Bologna, Daniele De Paz, avevano diffuso la dichiarazione «Fermi tutti», che chiedeva la cessazione delle ostilità nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi. Pochi mesi prima, il 5 dicembre 2023, a Bologna si era svolta una Marcia per la Pace guidata dallo stesso cardinale, insieme al presidente dell’Ucoii Yassine Lafram e a De Paz, con la partecipazione di centinaia di cittadini.

Altri segnali sono giunti da Milano, con la lettera aperta «Incontriamoci tutti» della Coreis, e da Torino, dove il «Tavolo della Speranza» ha espresso sostegno all’appello con una dichiarazione congiunta.

La voce dei firmatari

«Nessuna sicurezza sarà mai costruita sull’odio. La giustizia per il popolo palestinese, come la sicurezza per il popolo israeliano, passano solo per il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti fondamentali e la volontà di parlarsi» si legge nell’appello.

Tra i promotori figurano Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle Comunità islamiche d’Italia (Ucoii), Abu Bakr Moretta e Yahya Pallavicini della Coreis, Naim Nasrollah, presidente della Moschea di Roma, e il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana.

L’obiettivo, ribadiscono, è custodire insieme «fratellanza autentica e vera pace», senza lasciarsi imprigionare dalla «normalizzazione del male» che sembra caratterizzare l’attualità.