Nelle prime righe del Vangelo di questa domenica, è scritto che Gesù era attorniato da una folla numerosa. Di questo ne siamo veramente felici!
Rimaniamo di sasso quando lui si gira e proclama alla folla presente: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo» (Lc14,26). Continua poi, dicendo: «Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo» (Lc14,27). L’atmosfera attorno a Gesù, all’improvviso gela…
Come posso non amare mio padre, mia madre che mi hanno donato la vita sacrificando loro stessi a mio favore? Come è possibile arrivare a odiare la propria vita? Non è forse tutto dono tuo? Come mai, in questo caso, non posso predicare l’amore, il rispetto, la gioia?
La chiave di lettura in questo brano del Vangelo, è quella di prestare attenzione a quei legami che potrebbero indurmi a perdere la bussola. Il mio punto di riferimento deve e sarà sempre il Signore che io metterò al primo posto. Tutto il resto verrà di conseguenza!
Bene quindi che io possa volere bene al padre, alla madre, ai figli … solo e soltanto se loro saranno concordi verso la strada che Dio gli indicherà.
Questo accade non solo nel mondo spirituale, ma anche nel mondo “civile”. Posso voler bene a mia moglie o a mio marito. Ma se questo coniuge non mette al primo posto la nostra famiglia, chi educherà e farà crescere i nostri figli? Chi si occuperà di loro e della loro salute?
È brutto dover rinunciare a chi si vuole bene, ma se questa persona ha smesso di costruire per il bene della famiglia, purtroppo, potrà solo rovinarla. Ogni persona, infatti, è dotata di una sua volontà.
Anche al capitolo 18 del Vangelo di Matteo, Gesù ci consiglia riguardo a un nostro fratello che sembra non sia proprio in grado di seguire la retta via… «Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello» (Mt 18,15). Purtroppo, non sembra voglia accettare il buon consiglio… È bene allora chiedere aiuto a qualche persona fidata: «Se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni» (Mt 18,16). Infine ci rivolgiamo alla nostra comunità, che è il cuore pulsante della nostra fede: «Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano» (Mt 18,15-17).
Nella nostra comunità, nei nostri anziani, è custodita una profonda saggezza. Alcune volte facciamo fatica a sentirla nostra perché purtroppo tendiamo a desiderare una comunità costruita su misura per noi. Se eleviamo il nostro sguardo a Dio, ci renderemo conto che la nostra comunità risulta essere perfetta ad ogni nostra esigenza. Quando abbiamo bisogno, sarà pronta ad aiutarci.
E quando non rispecchia proprio il nostro modo di essere, è il momento di mettersi in discussione e di chiedere a noi stessi: “Che cosa posso fare per la mia comunità?”.
Durante queste settimane, si svolgeranno nelle nostre parrocchie le assemblee parrocchiali. Auguro a tutti che sia un vivo momento di crescita alla ricerca comune della volontà di nostro Signore.
