«Qualora decidessimo di perderci in deviazioni, fuori dai percorsi stradali più battuti, per raggiungere le Dolomiti, potremmo felicemente sostare in una delle cittadine più incantevoli e apprezzate del Veneto: Feltre». È l’incipit di un breve saggio a firma di Andrea Nante, che si trova nel numero settembrino della rivista “Bell’Italia”, edita dalla Mondadori (pp. 26-27).
L’articolo è anzitutto un tributo alla bellezza della città vecchia. Finché arriva in via Paradiso: «Non sarà difficile rintracciare nelle strade strette e lastricate la via per raggiungere il Museo Diocesano che ha sede nell’antico palazzo dei Vescovi». Ne spiega l’origine, il progetto, il restauro e aggiunge: «Sono più di 250 le opere esposte nello storico museo nel palazzo dei Vescovi di Feltre».
L’autore riconosce: «Il percorso tematico e cronologico del museo mostra come questa parte d’Italia sia stata un crocevia di artisti e non solo di mercanti: una terra che ha generato maestri dal calibro di Tiziano Vecellio e Sebastiano Ricci». Nel definire la specificità del nostro Museo diocesano, l’autore sottolinea «la scultura lignea, per quantità e per livello qualitativo. Rappresentative della produzione in ambiente montano, oltre a raccontare devozioni particolari di queste zone le opere qui esposte possono dirsi a pieno titolo esemplari. Fra tutte, la Vergine Assunta di Andrea Brustolon», capolavoro che il grande artista realizzò nel 1702, un tempo conservato nella cappella del Seminario vescovile di Feltre. Il resto dell’articolo si concentra proprio su quest’opera, che dà il titolo all’articolo: «il festoso turbine barocco dell’Assunta», rappresentata dall’artista mentre «partecipa all’ascesa con la torsione del busto, la testa è alta e lo sguardo verso l’alto, la sua mano è in alto».
Anche il nostro Museo diocesano racchiude tesori. Il riconoscimento da parte di una prestigiosa rivista dedicata al turismo – in un articolo né richiesto, né ispirato – è una gradita sorpresa.