Mercoledì 10 settembre, in occasione della Giornata Mondiale di Prevenzione per il suicidio, si è svolta, presso l’ospedale di Feltre, una mattinata dal titolo: «Un compito della comunità per la comunità. Opinioni a confronto». Numerosi sono stati gli interventi introdotti dalla dottoressa Paola Paludetti (direttrice dei Servizi Socio-Sanitari) e il dottor Sandro Cinquetti (direttore del Dipartimento di Prevenzione) dell’Ulss 1 Dolomiti. Quest’ultimo ha sottolineato fin dall’inizio che «condividiamo la superiorità numerica di questo problema con la Valle d’Aosta, Trento e Bolzano. L’isolamento è una delle condizioni» che possono potenzialmente indurre al suicidio. «Come Ulss non ce la facciamo da soli a rispondere a questo problema». Da qui l’appello perché una Comunità ad ampio raggio si metta in moto come può.
Le sue parole sono state raccolte trovando risposta nei diversi interventi che si sono succeduti nella mattinata e che hanno dato voce a differenti soggetti coinvolti: professionisti Ulss, la sindaca di Feltre Viviana Fusaro, familiari e rappresentanti di associazioni di volontariato o reti di sostegno. Questo appello raggiunge anche noi, comunità ecclesiale, implicata pienamente nel tessuto di umanità, con le sue gioie e le sue sofferenze.
Alcune parole, alcune frasi, hanno risuonato come per essere cassa di risonanza per il mondo esterno: importanza delle relazioni, far vivere le emozioni, emergenza giovani e anziani, dare senso alla ferita dell’altro, non stigmatizzare, non lasciare isolati e nella solitudine, aiutare chi resta…
Niente di nuovo, potremmo dire, se non la chiara consapevolezza che il fenomeno è una questione che ci riguarda tutti e che non lo possiamo procrastinare, non guardare; ci riguarda molto più di quello che pensiamo, riguarda soprattutto i nostri giovani e i nostri anziani in una società sempre più individualista, efficentista, indifferente ai problemi altrui.
Da tener presente per quanti in famiglia, a scuola, nella pastorale hanno delle relazioni con adolescenti, un progetto avviato dal Csm di Feltre: l’ideazione di un podcast fatto dai giovani del Csm e rivolto agli altri giovani, pensato come strumento terapeutico per abbattere lo stigma sociale che circonda situazioni di forte disagio, i “brutti” pensieri, la malattia mentale.
Alcuni atteggiamenti negli adolescenti sono stati evidenziati come campanelli d’allarme da non trascurare: autolesionismo, abuso di sostanze, improvvisi cambiamenti di abitudini. A questi sono stati suggeriti anche buoni atteggiamenti da avere per affrontare bene la situazione: ascoltare senza giudicare, fare domande dirette, rassicurare e normalizzare la situazione, aiutare a cercare un supporto, togliere eventuali oggetti pericolosi, non lasciarlo/a solo/a nei momenti critici.
Alla luce di questo, le parole del dottor Luigi Colusso, della rete Malachia, sono un vero e proprio appello: «mancano narrazioni di senso e di significato. C’è bisogno di relazioni autentiche e di ascolto gratuito. Dobbiamo custodirci gli uni gli altri. Dietro il suicidio di qualcuno della comunità il richiamo è che noi siamo come loro. La questione non riguarda solo chi ha problemi psichici. Le relazioni sono il fulcro».
Anche il percorso sinodale ci ha portati, come Chiesa di Belluno-Feltre, a evidenziare la parola “relazione” come desiderio, esigenza delle nostre comunità.
Allora aiutiamoci e stimoliamoci a portare avanti, con fiducia, creativamente e concretamente, queste piste intraviste perché in gioco c’è la vita, in gioco c’è la gioia del sentirsi pensati, voluti bene e amati.
Gli interventi della mattina, che potranno essere resi pubblici, saranno disponibili sul sito www.aulss1.veneto.it.