A cura di don Matteo Colle (festa dell’esaltazione della Santa Croce)

Occasione e via di speranza

Quando tutto sembra perduto, Dio tocca il momento più alto del suo dono all’umanità

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Proviamo a guardare con occhi diversi il simbolo di Gesù crocifisso. Solo per un momento. Tentiamo di comprendere la ragione per cui, alcune persone, hanno chiesto che il crocifisso venisse rimosso dalle aule… Personalmente potrei cercare di entrare nelle loro menti e tentare di proporre alcune delle loro motivazioni: «Non si può proporre un uomo sofferente…»; «Certe cose vanno spiegate ai bambini con ordine, al momento opportuno, magari quando saranno più grandi…»; «La sofferenza deve entrare meno possibile nella vita di un bambino…».

Nell’uomo moderno, subentra inoltre un’altra difficoltà. Portando avanti l’ideale di un uomo perfetto e vincente, non si può eleggere Gesù come un alleato: «Gesù ha perso la sua battaglia… I suoi non l’hanno difeso… È rimasto solo… È morto barbaramente sulla croce… È evidentemente un perdente…». Meglio cercare un qualcosa di più dolce, di più condiviso, di più amichevole.

Oggi, noi cristiani festeggiamo la festa dell’esaltazione della Croce. Ed è proprio una festa! Non perché Gesù abbia perso la sua battaglia sulla Croce!  Gesù è piuttosto riuscito a passare attraverso la via della Croce. La più difficile!

Non si tratta infatti di portare a casa un primato “sportivo”: nonostante la flagellazione e tutti i colpi subiti durante il tragitto, Gesù è riuscito ad arrivare vivo in cima al monte Golgota. Si tratta piuttosto di perdonare i propri persecutori, di voler bene ai nostri nemici, di porgere l’altra guancia. Ecco che allora la Croce fotografa sì un momento di profonda sofferenza, ma è proprio in quel momento, quando tutto sembra perduto, che Dio tocca il momento più alto del suo dono all’umanità. Quel Crocifisso diventa occasione e via di speranza.

Anche nell’Antico Testamento Dio regala al popolo di Israele un momento di speranza.  Lo troviamo questa domenica nella prima lettura tratta dal libro dei Numeri:

«Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti velenosi i quali mordevano la gente e un gran numero d’Israeliti morì. Allora il popolo venne a Mosè e disse: “Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; prega il Signore che allontani da noi questi serpenti”. Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: “Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita”. Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita» (Num 21,6-9).

È proprio elevando il nostro sguardo verso l’alto che abbiamo la possibilità di avere salva la nostra vita. Il popolo di Israele innalza lo sguardo per salvare la propria vita terrena. Noi, dopo il sacrificio di Gesù, innalziamo il nostro sguardo per salvare la nostra vita terrena e puntare direttamente alla Vita Eterna.

Guardando a così grande sofferenza, è giusto e doveroso rendere Grazie a Dio di tutto il dolore che è riuscito a sopportare. Tanto grande è la sofferenza rappresentata, tanto grande è l’amore che è insito in quel simbolo di amore-sofferenza che è il crocifisso.

Preghiamo per quelle persone che non hanno la Grazia di poter vedere, attraverso il crocifisso, la via della salvezza.