A cura di don Matteo Colle (25ª domenica del tempo ordinario - Anno C)

L’amministrazione scaltro

«Comportiamoci bene e onestamente come in pieno giorno»

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Il Vangelo che oggi viene proposto è decisamente un Vangelo curioso!

La storia la conosciamo bene. Un ricco signore si fida di un suo amministratore. Per tutta la durata della sua amministrazione quest’uomo non si comporta bene. Non ripaga la fiducia che gli era stata accordata. Quando il suo signore si rende conto di essere stato derubato, lo mette nella condizione di dover lasciare il suo incarico. Non sapendo fare altro, il malcapitato, inizia a procurarsi degli amici in maniera disonesta.

«L’amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo…» (Lc 16,3-5)

E via via, nei versetti successivi, questo amministratore disonesto persevera nella sua truffa continuando a frodare il proprio signore. Il nostro stupore nasce nel momento in cui leggiamo i versetti 8 e 9 del capitolo 16 del Vangelo di Luca:

«Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand’essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne» (Lc 16,8-9).

Ma come? Questo amministratore è già stato ripreso per la sua disonestà. Come possiamo continuare a tollerare il suo atteggiamento maligno?

Possiamo considerare che ognuno di noi sia equiparabile a un amministratore che ha ricevuto dei doni in questa vita. E possiamo ritenere sia saggio utilizzare quelli che sono i beni della vita terrena (tra cui anche la ricchezza) per guadagnare la Vita Eterna. Bene quindi per quest’uomo che ha capito di aver sbagliato e che cerca di sistemare la sua vita. Disse papa Benedetto in una sua omelia, riferendosi all’amministratore:

«È certamente un disonesto, ma astuto: il Vangelo non ce lo presenta come modello da seguire nella sua disonestà, ma come esempio da imitare per la sua previdente scaltrezza» (Benedetto XVI).

E veramente imitiamolo per la sola sua scaltrezza! Il Vangelo di questa domenica conclude dicendo:

«Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto. Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera?» (Lc 16,10-11).

Non è quindi il caso di seguire certi esempi. Anche se il Signore sarà sicuramente disposto a perdonarci. La nostra anima si plasma in questa nostra vita in base alle nostre scelte. Se seguiamo la strada del bene, saremo spesso e volentieri in comunione con Dio. Se scegliamo l’altra strada, correremo il serio rischio di entrare in relazione con il peccato e di scendere a dei compromessi. Come ci ricorda san Paolo nel capitolo 13 nella lettera ai Romani: «Comportiamoci bene e onestamente come in pieno giorno».

E che sia sempre il nostro stile di vita.