A cura di don Matteo Colle (29ª domenica del tempo ordinario - Anno C)

Fede e preghiera

Gesù ci chiede di pregare sempre, senza stancarci mai

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«Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi» (Lc 18,4-5).

È il caso di questa signora rimasta vedova che con insistenza porta avanti la difesa dei propri diritti. Il giudice ritiene opportuno accontentarla: se non altro per poter evitare di avere altre insistenti richieste. Questi due versetti appena letti, assomigliano ad un altro versetto, tratto sempre dal Vangelo di Luca al capitolo 11.

«Vi dico che anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono» (Lc 11,8).

Anche in questo caso siamo davanti a un uomo che si vede obbligato a cedere davanti alle numerose insistenze per ottenere dei pani. E questa insistenza dovrebbe essere il fervore con il quale noi rivolgiamo a Gesù le nostre preghiere. Gesù ci chiede di pregare sempre, senza stancarci mai. Tante volte noi evitiamo di riservare del tempo a Dio durante la nostra giornata. Eventualmente, noi eleviamo al Signore le nostre preghiere quando siamo in difficoltà. Allora sì, volentieri, impieghiamo il nostro tempo per chiedere all’Altissimo che esaudisca la nostra richiesta.

Ora, esiste una correlazione tra fede e preghiera? Certamente! L’anima che crede in Dio, volentieri si rapporta con Lui, dialoga, ponendo anche delle richieste. Potrebbe nascere però un problema… Se io ho fiducia in Dio e prego insistentemente in una determinata direzione, sono convinto che il Signore mi esaudisca. Non è detto però, che una preghiera non esaudita, un domani non si trasformi in una importante risorsa.