Presentato venerdì 14 novembre il Bilancio sociale dell’anno 2024

La Caritas dimostra di esserci

Unanime riconoscimento da parte delle Istituzioni all’azione di 300 volontari

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«La Caritas c’è e lo ha dimostrato». Lo ha detto la dottoressa Silvia Amato, viceprefetto, portando il saluto del dottor Antonello Roccoberton. Ha riconosciuto la felice collaborazione con il diacono Francesco D’Alfonso, direttore della Caritas diocesana, e l’importanza di questo punto di riferimento soprattutto per l’immigrazione.
Si è svolta venerdì 14 novembre, presso il Centro Giovanni XXIII di Belluno, la presentazione del Bilancio sociale della Caritas relativo all’anno 2024. Moderato da Alberto Laggia, direttore del nostro settimanale, l’incontro ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti delle istituzioni del territorio. Presenti anche la direttrice della Casa circondariale di Baldenich, rappresentanti della comunità islamica di Santa Giustina e della Chiesa missione Dolomiti di Longarone.

Il vescovo Renato ha aperto la serata con alcune riflessioni: «Caritas è una trama di relazioni che danno voce all’essenziale e al costitutivo di ogni persona». Ha poi evidenziato tre aspetti: il bilancio sociale come frutto di ascolto e sinodalità, la missione che nasce da questo ascolto e il fatto che Caritas non è un ente separato, ma espressione della Chiesa stessa, radicata nei bisogni concreti delle persone.

Il presidente della Provincia, Roberto Padrin, ha richiamato il tema del calo demografico e della necessità di persone che si dedichino agli altri: «Tocco con mano l’opera di chi è vicino a chi ha bisogno, soprattutto per l’ascolto dei problemi degli anziani». L’assessore Marco Dal Pont ha riconosciuto: «La macchina amministrativa è troppo lenta per rispondere ai bisogni che si pongono», ragione per cui la Caritas spesso porta la soluzione più immediata. Anche Angelo Franchitti, direttore provinciale dell’Inps, ha sottolineato la sinergia tra istituzioni: «Spesso le persone che hanno bisogno non sanno delle possibilità di assistenza che l’Inps offre». La collaborazione con Caritas, avviata tre anni fa, ha permesso di creare una rete per intercettare situazioni di fragilità.

Il diacono Francesco D’Alfonso, direttore della Caritas, ha spiegato il senso del bilancio: «Non soltanto dati, ma esperienze da comunicare e informare. La comunità deve sapere quali sono i problemi e quali sono le possibilità per fare fronte». Ha parlato di trasparenza, corresponsabilità e volontariato, ricordando che «lo stile di Caritas è quello di lavorare in equipe, a livello locale e diocesano». Ha richiamato come molto spesso la carità risponda a un dovere di giustizia più che a uno slancio di generosità.
Il quadro che emerge non è semplice: il territorio bellunese segue le tendenze nazionali, con criticità legate al lavoro povero, alla difficoltà di progettare un futuro e alla cronicizzazione dei bisogni. Cresce il disagio abitativo e la fatica nell’accoglienza di migranti e rifugiati. «Le istituzioni sono in affanno», ha osservato D’Alfonso, richiamando il ruolo di advocacy assunto dalla Caritas per promuovere processi condivisi.

La volontaria Piera Del Vesco ha invece illustrato i dati nazionali: il 9,7% dei residenti in Italia vive in povertà assoluta; aumentano i casi di famiglie con figli minori e la rinuncia alle cure per costi e tempi di attesa.

Infine Renato Vignato, volontario dell’osservatorio povertà e risorse della Caritas, ha concentrato la sua attenzione sul territorio provinciale. Nel 2024 si sono registrati 1.210 accessi ai Centri di ascolto, che hanno coinvolto circa tremila persone, con oltre 25 mila interventi di sostegno. Quasi 300 volontari operano sul territorio, offrendo accoglienza, ospitalità e supporto al lavoro, in un contesto in cui «il lavoro è facile da trovare e difficile da mantenere». Mancano le competenze esistenziali per conservare il posto di lavoro, situazione che induce carriere professionali altalenanti. Fatto che diventa particolarmente gravoso in quanto nel nostro territorio una famiglia ha necessità di due contratti a tempo indeterminato per trovare un appartamento in locazione.

Il resto è raccontato in un agile opuscolo, reperibile anche su questa pagina. Sempre nella logica della trasparenza, che la Caritas diocesana intende perseguire.