Ufficio scuola ed educazione

La forza della parola che unisce

Dall’osservazione alla richiesta: la rivoluzione gentile della Comunicazione Nonviolenta

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Osservazione, sentimento, bisogno, richiesta, azione. Come mi sento, se il bisogno non è soddisfatto? Quali sono le cose più importanti della vita? Parole-percorso-domande che hanno accompagnato i momenti formativi e gli  incontri aperti alla cittadinanza con Marco Bertaglia, formatore certificato del Center for Nonviolent Communication e ricercatore interdisciplinare nelle scienze della sostenibilità sociale e ambientale.

Contagiosi il suo entusiasmo e la serietà del percorso “Comunicazione Nonviolenta”, che Bertaglia ha iniziato nel 2000. Un percorso definito «intenso e trasformativoù, capace di cambiare la vita. Nelle due serate aperte al pubblico a Feltre e a Belluno ci sono stati momenti di interazione e di narrazione significativi e coinvolgenti.

In Nevegal (presso Le Torri), sabato 15 e domenica 16 novembre, il Corso intensivo: trenta partecipanti tra docenti, educatori, genitori (nella foto). Momenti intensi di condivisione incentrate sulla domanda: «E se le relazioni fossero connesse e gioiose?». Un cammino di chiarezza, empatia e connessione. Con l’attenzione alla vita di comunità.

Scrive Loriana Pison, docente di Lingue e attiva nell’ambito dell’esperienza Scout: «Comunicazione nonviolenta, non soltanto negazione della violenza ma partecipazione al bene di una comunità. Comunicare i bisogni, comunicare con onestà e chiarezza è il frutto di una concezione dell’essere umano diversa dalla logica che conosciamo: testa, cuore, gambe sempre e in chiunque. Tutti siamo alla ricerca della soddisfazione dei nostri bisogni che si basano su dei valori».

Marco Bertaglia nel raccontarsi ribadisce la gratitudine gioiosa per aver incontrato questa esperienza, che ora trasmette agli altri, senza un reddito personale, condividendo i beni con la comunità intenzionale.

«Comunicazione Nonviolenta» – prosegue Pison – «è un cammino per creare maggiori connessioni, prima con se stessi, poi con l’ambiente e la natura, casa madre per tutti e poi con gli altri, chiunque altro, soprattutto il difficile. CNV per gestire con compassione i conflitti, non è sinonimo di gentilezza e mitezza, può anche essere fermezza, ma nell’onestà».

Ci sono molte strategie per risolvere i problemi: di solito si litiga sulle strategie e non sui bisogni. I bisogni spingono la vita in avanti. Le fasi della CNV, dall’osservazione al riconoscere i propri sentimenti, capire i bisogni e avanzare richieste, sono passi che ci fanno crescere personalmente e costruire comunità consapevoli e autentiche.