Iniziato l’adeguamento degli spazi interni

Liturgia e architettura

L’assemblea che celebra plasma l’assetto di una chiesa

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Il percorso lungo e laborioso di questi anni ha visto impegnati molti soggetti, secondo diverse modalità, con tutti gli inconvenienti tipici delle ristrutturazioni. Abbiamo vissuto un prolungato periodo di “cantiere”, tanto che qualcuno potrebbe chiedersi se valesse la pena adeguare liturgicamente la Cattedrale o se non ci si potesse accontentare della sistemazione, temporanea ma decorosa, che aveva preso forma alla fine degli anni Sessanta.

Qualcuno inoltre potrebbe anche domandarsi che senso può avere oggi adeguare liturgicamente una chiesa o se non si debba, invece, rispettare il suo impianto originario, nato in fondo per una liturgia celebrata secondo modalità differenti da quelle odierne.

A entrambe le domande penso che ci risponda con autorevolezza la Tradizione genuina della Chiesa: essa ha sempre investito ingegno, arte e bellezza nella celebrazione liturgica e nella cura degli edifici sacri, nella consapevolezza che ogni tempo può portare arricchimento e nuova linfa all’incontro vivo con il Cristo risorto.

Ci rendiamo conto che la chiesa fatta di pietre è un organismo vivo, esattamente come la Chiesa fatta dalle pietre vive che sono i cristiani. Essa cambia nei secoli proprio per restare fedele alle proprie origini e scoprire come vivere e annunciare oggi il Vangelo.

Guardando alla storia della nostra Cattedrale ce ne rendiamo conto subito; essa ha subito modifiche molto importanti nei secoli: nel Cinquecento, ad opera di Tullio Lombardo, viene modificato l’orientamento dell’abside verso occidente (prima era a oriente), reimpiegando sulla facciata e sui muri perimetrali manufatti lapidei di epoca medievale. Viene arricchita nel Seicento con l’altare maggiore marmoreo. Le luminose finestre che portavano luce alle navate lasciano il posto nel Settecento agli altari laterali barocchi. La cupola viene più volte rifatta a causa dei terremoti. Infine, dal 1966, a seguito della riforma liturgica, si realizza una prima prova di adeguamento liturgico rimuovendo le balaustre e creando in legno una “prolunga” del presbiterio verso la navata, dove trovano posto altare e ambone.

Investire tempo e risorse per cercare di adeguare le “chiese-edificio” in base alle esigenze odierne della liturgia ha come fine che la “Chiesa-popolo di Dio” possa celebrare al meglio la propria fede e fare viva esperienza dell’incontro con il Signore. La celebrazione della liturgia, come d’altronde tante altre situazioni che viviamo nella quotidianità, è tutt’altro che indifferente all’architettura. L’architettura di una chiesa ha un influsso importante sulla liturgia. Il luogo dove si vive la preghiera, infatti, può condizionare molto, in bene o in male, la preghiera stessa.

E viceversa la liturgia ha influsso sull’architettura. L’ha sempre avuto nei secoli, ad esempio dopo il Concilio di Trento, quando la nuova modalità di celebrazione della liturgia codificata da quel Concilio ha modificato fortemente tanti edifici. Gli studi sullo spazio legato alla celebrazione della liturgia mostrano, inoltre, come è l’assemblea celebrante che, ieri come oggi, “genera” e “plasma” l’architettura della chiesa.

Giungendo allo sprint finale dei lavori della nostra Cattedrale, ci auguriamo veramente che questo adeguamento sia di stimolo e di esempio per l’adeguamento di altri edifici sacri e anche, primariamente, del modo in cui viviamo l’incontro con il Signore nella celebrazione.

Alex Vascellari