Un’ora di preghiera per la pace con i giovani

Disarmiamo il nostro cuore

La preghiera disarma i nostri cuori dalle loro paure, dalle loro ansie, dalle loro angosce, dalla violenza

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Quante volte guardando la cronaca attuale e le guerre ormai ai nostri confini, ci sentiamo così lontani e così impotenti. Ci sembra tutto legato alla politica internazionale e certi cambiamenti ci sembrano enormi, a volte impossibili da modificare.

«Vogliamo la pace». È una frase che a volte vola via. Scivola dai nostri cuori lasciandoci fermi davanti alla nostra incapacità di reagire. Ispirati dal Messaggio che Papa Francesco ha scritto in occasione della Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2025, abbiamo voluto partire. Per disarmare i nostri cuori, ha affermato il Papa, basta qualcosa di semplice come «un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito»

Quest’anno, sabato 25 gennaio, abbiamo vissuto intensamente l’ormai consueta “Veglia per la Pace” organizzata dai giovani della diocesi sul tema “Disarmiamo il nostro cuore”.

Sì, è proprio questo il punto chiave per trovare la pace tra di noi, anche nel nostro piccolo. E da qui. La preghiera cambia il nostro cuore, lo rende più grande, più spazioso, più accogliente. La preghiera ci apre all’azione di Dio e al vento fresco dello Spirito Santo. La preghiera disarma i nostri cuori dalle loro paure, dalle loro ansie, dalle loro angosce. Dalla violenza che si scatena quando ci sentiamo minacciati. La preghiera ci riempie di speranza, di entusiasmo, di voglia di impegnarci e di camminare. Quando i popoli camminano, si incontrano. E quando si incontrano, nasce qualcosa di nuovo: è stata questa la nostra chiave di lettura durante la semplice ma intensa serata del 25 gennaio, che è nata proprio nell’incontro tra diverse associazioni bellunesi impegnate attivamente nell’educazione e nella crescita dei giovani e nella promozione della cultura di pace.

L’impegno di tutti, come un solo corpo – la Chiesa -, fa nascere il vero cambiamento culturale e strutturale, che può avvenire solo quando ci sentiamo finalmente tutti figli del Padre e, davanti a Lui, ci riconosciamo tutti debitori, ma anche tutti necessari l’uno all’altro, secondo una logica di responsabilità condivisa e diversificata. Possiamo così scoprire che abbiamo bisogno e siamo debitori gli uni degli altri. Solo disarmando il nostro cuore siamo in grado di rimettere un debito agli altri e dare loro speranza.

Durante la serata, guidata dal Vescovo Renato, abbiamo avuto il piacere di accogliere la testimonianza di alcune volontarie dell’associazione “La Voce”. Grazie alle parole di Anna, Federica e Beatrice abbiamo scoperto un modo nuovo di gestire i conflitti tra di noi: la “Giustizia Riparativa”. Una nuova metodologia per prevenire i conflitti, che è stata applicata, nel nostro territorio, nelle scuole, grazie a un laboratorio di mediazione, non più come scontro tra carnefice e vittima, ma come incontro di entrambe le parti e spazio di ascolto, ponendoci nel punto di vista dell’altro, andando oltre la sentenza e il giudizio e arrivando alla pace senza violenza. Quando si fa la guerra si perde tutti. Non ci sono vincitori. Tutti ne usciamo feriti. E a volte queste ferite, questi giudizi che ci attacchiamo l’uno l’altro risuonano in noi più forti che una bomba.

Alcuni fratelli che stanno scontando una pena in carcere, grazie all’aiuto dei volontari, ci hanno donato le loro riflessioni su questo tema: «La pace deve essere potersi fidare degli altri e sentire il cuore caldo per aver incontrato qualcuno per il quale sei importante e ti dà tranquillità». E ancora: «La parola “speranza” insieme alla parola “amore”, sono complementari per il raggiungimento della pace». In questo periodo di forti cambiamenti, noi giovani siamo qui per guardare il futuro con speranza e con un cuore rivolto all’altro. Disarmato.

Davide Da Rold e don Sandro De Gasperi
Ufficio di Pastorale dei Giovani